Francia, disoccupazione da record. Giappone, “all in” per la BoJ

I dati di aprile sulla disoccupazione in Francia mostrano plasticamente i danni economici che la pandemia sta scavando nell’economia mondiale. Ed in Giappone la BoJ aumenta la portata della sua politica monetaria espansiva. Questo ed altro nella prima K Briefing della settimana.

Disoccupazione, aumenta in Francia. L’ultimo mese ha portato in dote altre 243mila persone ufficialmente in cerca di lavoro. Il totale sale a 3,488 milioni. Si tratta dell’incremento più ampio registrato dall’inizio della serie (1996) mentre il livello totale, in crescita rispetto a marzo, torna ai massimi del 2017. La crisi occupazionale scatenata dalla pandemia di coronavirus non sembra fare grosse differenze di età. Nella fascia tra i 25 e i 49 anni il numero di disoccupati sale da poco meno di 160 mila a 2 milioni abbondanti. Sotto i 25 anni si passa da 37 mila a quasi mezzo milione di “jobseeckers”. Nella fascia dai 50 anni in su il balzo è da 47,5 mila a oltre 900 mila.

Banca del Giappone, nuovi stimoli per l’economia. Nuovo pacchetto di aiuti per l’economia nipponica. A metterli in atto la BoJ che nella riunione di aprile decide di eliminare il limite massimo in acquisto di titoli a 10 anni. Si tratta di quell’operazione di Yield Curve Control con la quale la banca centrale giapponese sta tenendo a 0 il rendimento dei titoli decennali. Oltre a questo viene aumentata la portata degli acquisti di titoli corporate, che passa da 7 trilioni di yen a 20 trilioni di yen. Ma la banca centrale non si fermerà qui e comunica che continuerà anche gli acquisti di altri asset. Etf al ritmo di 12 trilioni di yen all’anno e J-REITs al ritmo di 180 miliardi di yen annui. Il tutto mentre il tasso di riferimento rimane al -0.1%.

Nuove stime per l’economia mondiale. Secondo Bloomberg Economics l’economia mondiale arretrerà del 4% nel 2020, con qualcosa come 6 trilioni di dollari di mancata produzione. E questo nel migliore degli scenari possibili. Una seconda ondata di epidemia, dicono i ricercatori americani, potrebbe far crollare il PIL mondiale del 5.6%; e se tutti i programmi di salvataggio messi in atto da governi e banche centrali risultassero insufficienti potrebbe sprofondare del 7.2%.

Foto di Pexels

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