E’ la settimana della Fed, con gli occhi puntati sul G20

Mercoledì prossimo sapremo se la fase “attendista” della Fed è alle spalle o se il board deciderà di prendere ancora un po’ di tempo prima di decidere. Sullo sfondo c’è il G20 di Osaka (fine giugno) e – forse – l’ultimo episodio della saga dei dazi.

Powell (sempre sotto pressione da parte della Casa Bianca) ed il board della Federal Reserve sono chiamati, in settimana, ad iniziare il difficile sbroglio della matassa venutasi a creare nell’economia americana. L’inflazione non riparte, il mercato del lavoro ha raggiunto la sua fase di top, i margini aziendali scendono e gli indicatori macro hanno assunto tendenze negative, specie a causa delle tensioni commerciali internazionali.

Il Business Conditions Index , recentemente aggiornato da Morgan Stanley, sintetizza il tutto in un numero, 32. Il livello più basso dal 2008 ad oggi (la media è 55,4). La banca d’affari newyorkese avverte che, stanti così le cose, il rallentamento dell’economia americana potrebbe farsi molto più evidente già entro giugno.

I mercati scommettono, oramai apertamente, in un cambio di prospettiva da parte della Banca Centrale. Dovrebbe essere abbandonata la politica restrittiva ed annunciato un prossimo taglio dei tassi, forse già a luglio. Le previsioni fornite dal CBO parlano di una probabilità dell’80% di tassi fermi a giugno e di una probabilità simile di tassi giù a luglio.

La Fed cercherà di prendere tempo in attesa di capire cosa può succedere al G20, l’annuale riunione dei “grandi paesi industrializzati” in programma ad Osaka nell’ultimo fine settimana di giugno. In terra giapponese dovrebbe aver luogo un importante faccia a faccia fra Donald Trump e Xi Jinping. Forse l’ultima occasione per risolvere in maniera costruttiva la disfida dei dazi. Un esito positivo dell’incontro potrebbe far guadagnare altro tempo, spostando il momento del taglio dei tassi ad autunno inoltrato. L’eventualità che il tutto fallisca, la peggiore anche per i mercati finanziari, costringerebbe l’istituto diretto da Jerome Powell ad intervenire rapidamente, mettendo in cantiere due stoccate al ribasso (luglio e dicembre).

Quello che, ad oggi, appare abbastanza certo è che il momentum dell’economia americana sta indebolendosi. I dazi possono influire sulla velocità del rallentamento ma non sembrano più in grado di invertire la rotta. La Fed, quindi, dovrà intervenire e dovrà farlo cambiando il suo atteggiamento. Resta da capire con che tempi ed in che modo, ma per questo basta attendere ancora un paio di giorni.

Foto di Masashi Wakui da Pixabay

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