Il Congressional Budget Office (CBO) ha diramato una nota nella quale prova a tracciare un quadro di quanto sono costati i 35 giorni di shutdown USA. Secondo il report 11 miliardi di dollari di crescita sarebbero sfumati tra dicembre e gennaio.
Il CBO stima in quasi 18 miliardi la spesa pubblica (tra stipendi ed acquisti) congelata nelle 5 settimane di blocco governativo. Blocco dovuto al mancato accordo politico sul budget federale (la “finanziaria” statunitense).
Gli effetti sul PIL reale (cioè al netto dell’inflazione) del 4° trimestre 2018 dovrebbero assestarsi attorno ai 3 miliardi di dollari di ricchezza in meno. 8 i miliardi “persi” a gennaio 2019. In percentuale la crescita del 4° trimestre 2018 dovrebbe essere rivista dello 0,1% in meno. Il primo trimestre 2019 potrebbe scontare, invece, lo 0,2% in meno sul PIL reale.
Il report ricorda come lo shutdown USA abbia colpito pesantemente soprattutto i lavoratori federali (800 mila persone) e molti fornitori di beni e servizi, alcuni dei quali non avranno la possibilità di recuperare le commesse perdute.
Se per il 2019 il CBO prevede un parziale recupero nei trimestri successivi (l’effetto annualizzato potrebbe essere appena dello 0,02% in meno di crescita), sul 2018 la scure dello shutdown potrebbe portare ad un risultato storico, vale a dire una crescita annua del PIL sotto al 3%, un livello che non si registra dal 2005. Perchè ciò accada, gli analisti – che si attendevano le cifre fornite dal CBO – sottolineano che il 4° trimestre dovrebbe far segnare una crescita sotto il 2,6%.
Perdere “quota 3%” sarebbe un brutto colpo per l’amministrazione Trump. Un problema più politico che economico ma che potrebbe comunque portare altre fibrillazioni sui mercati azionari, specie se l’accordo trovato sulla sospensione dello shutdown non dovesse sfociare nell’approvazione definitiva del budget federale entro il 15 febbraio prossimo.