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Le domande improvvise: a cosa serve la curva dei tassi?

In questi giorni i tassi di interesse sono i grandi protagonisti della scena finanziaria mondiale. Dai loro movimenti – e dalle aspettative sul loro andamento – dipendono valori fondamentali per l’economia, come l’inflazione, e le performance delle principali asset class. Per questo gli investitori guardano con particolare attenzione alla curva dei tassi.

Ma cosa significa curva dei tassi? Si tratta, semplicemente, di un grafico che mostra il rendimento richiesto da un investitore per impegnare i propri soldi in una determinata tipologia di obbligazione su differenti scadenze. La più famosa curva dei tassi è sicuramente quella legata ai titoli di stato USA, la vediamo qui sotto:

La tabella sottostante riporta i rendimenti relativi ai titoli di stato USA su differenti scadenze:

 

Date1 mo3 mo6 mo1 yr2 yr3 yr5 yr7 yr10 yr20 yr30 yr
10/10/182.182.272.452.672.882.973.053.153.223.333.39

 

Gli investitori prestano molta attenzione ai cambiamenti che possono avvenire lungo la curva dei tassi di interesse. In particolare ci si concentra sulla differenza tra il rendimento della parte a lungo della curva (scadenze sopra i 10 anni) ed il rendimento della parte a breve (scadenze fino a 2 anni).

Questa differenza è rappresentata graficamente dall’inclinazione della curva. La lettura di questa inclinazione ci da informazioni importanti sull’evolversi del ciclo economico. In particolare possiamo dire che:

  • La differenza tra tassi a lungo e tassi a breve è anticiclica. Tende a crescere durante le fasi di recessione ed a calare durante le fasi di espansione. Questo perchè, durante i momenti di incertezza, gli investitori necessitano di un rendimento più alto per essere convinti ad investire su un periodo lungo.
  • I tassi a breve tendono ad essere pro-ciclici. Crescono nelle fasi di espansione economica e scendono nelle fasi di recessione. Il loro valore è influenzato dalle scelte di politica economica delle Banche Centrali, al cui “compito” abbiamo dedicato un post.
  • L’inclinazione della curva dei tassi tende a modificarsi al variare delle fasi del ciclo economico e rappresenta un buon anticipatore delle fasi di recessione, questo significa – tra le altre cose – che la curva dei tassi incorpora informazioni circa il futuro andamento del PIL. La curva tende a diventare molto ripida nelle fasi di recessione e si appiattisce nelle fasi di crescita. Quando la curva assume un’inclinazione negativa (i rendimenti a breve sono superiori ai rendimenti a lungo) si ha la cosiddetta inversione della curva dei tassi. Storicamente – negli USA – l’inversione anticipa di circa 6 trimestri (quindi 1 anno e mezzo) l’inizio di una fase di recessione.

La curva dei tassi ci da molte altre informazioni. Può essere utilizzata per calcolare i tassi forward (ne abbiamo parlato qui) e di conseguenza può aiutarci a capire quale potrà essere in futuro l’andamento dell’inflazione.

Ad esempio, la curva dei tassi di interesse USA, ora, ci dice che il tasso di interesse ad un anno è del 2,67% ed il tasso di interesse a 2 anni è del 2,88%. Il tasso forward ad un anno è pari al 3,09%. Significa che, dati i tassi attuali, tra 12 mesi il tasso di interesse ad 1 anno dovrà essere del 3,09%, questo implica l’attesa di ulteriori rialzi dei tassi di interesse a breve che, in genere, sono conseguenza di un aumento dell’inflazione.

Guardare alla curva dei tassi significa, infine, fare anche una previsione sull’andamento futuro del mercato azionario e di quello obbligazionario. In presenza di una curva molto piatta è lecito attendersi una prossima “caduta” dei prezzi delle obbligazioni a lungo termine. Una curva molto ripida ci darà una valutazione opposta. L’andamento del mercato obbligazionario, storicamente, anticipa di qualche anno quello del mercato azionario.

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