Lo sentiamo spesso in tv: la Fed alza i tassi, la BCE li tiene fermi. Tutte cose che diamo per scontate, ma perchè una banca centrale alza i tassi di interesse?
Per rispondere a questa domanda bisogna prima di tutto chiarirsi su quello che è il ruolo delle Bance Centrali in un sistema economico. Ovviamente il primo compito è quello di salvaguardare il sistema finanziario da squilibri che possano innescare fallimenti a catena fra le banche ed una corsa agli sportelli da parte dei risparmiatori. Le banche centrali si occupano poi di vigilare sulla stabilità dei prezzi (controllando l’inflazione), monitorare l’andamento dell’occupazione ed in generale mantenere una sorveglianza costante sulla prosperità economico-sociale di una determinata area.
Ogni banca centrale, nel proprio statuto, definisce puntualmente quali sono i suoi obiettivi, di breve, medio e lungo periodo. La Fed (la banca centrale USA), ad esempio, ha come obiettivo principale il raggiungimento della Piena Occupazione mentre la BCE, la banca centrale europea, si concentra di più sul contenimento dell’inflazione. Le scelte sono dettate anche dalla storia delle aree economiche sopra cui sono posti a sorveglianza gli istituti centrali: negli Stati Uniti l’eco della grande depressione del 29, con il suo carico di povertà e disoccupazione; in Europa la matrice tedesca e lo spauracchio inflazione, con il vivido ricordo di Weimar.
Per realizzare questi obiettivi le banche centrali possono contare su due elementi: la propria credibilità e la gestione della massa monetaria. Entrambi provano ad agire sugli operatori economici (privati ed imprese) per modificarne la propensione al risparmio o al consumo. A volte per provocare una reazione basta una presa di posizione (credibilità) altre volte occorre andare oltre ed agire sulla massa monetaria (banconote in circolazione ma anche titoli di stato a brevissimo).
A questo punto proviamo a spiegare il tutto con un esempio. Supponiamo che nella nostra area geografica di riferimento il livello dei prezzi al consumo stia crescendo molto, questo significa che l’inflazione si sta alzando. Poniamo che i prezzi siano cresciuti in un anno del 4%. La Banca Centrale ha come obiettivo quello di mantenere un livello di inflazione attorno al 3%. A questo punto l’istituto centrale deve intervenire. Per farlo decide di ridurre la massa monetaria in circolazione e lo fa aumentando i tassi di interesse da cui dipendono i rendimenti dei titoli di stato a breve, i mutui, i prestiti e la remunerazione dei conti correnti. L’obiettivo è indurre il privato a rinunciare a qualche acquisto per investire il denaro risparmiato al nuovo tasso di interesse. Se tenere i soldi investiti vale di più che spenderli allora caleranno gli acquisti e calando gli acquisti i venditori saranno costretti ad abbassare i prezzi.
Un discorso simile vale anche se l’obiettivo della Banca Centrale è la piena occupazione. Nei periodi di contrazione del ciclo economico, espandendo la massa monetaria, si sostengono i livelli di consumo (consumare diventa più profittevole che tenere i soldi investiti) per creare domanda e si incentivano le imprese ad investire (perchè il denaro costa poco). Questi due fattori sono i presupposti per un nuovo aumento dell’occupazione.