Mercato immobiliare UK. La casa? A babbo morto…

Il mercato immobiliare UK rimane uno dei sorvegliati speciali. Domanda che surclassa l’offerta ed i prezzi alle stelle stanno rendendo sempre più difficile, specie per i giovani, l’acquisto di un immobile. Crescono le richieste di mutuo e la recente mossa della Banca centrale di sua Maestà di ridurre ulteriormente i tassi di interesse rischia di diventare benzina sul fuoco.Il National Housing Federation, come riporta il Times, ha stimato che 1,5 milioni di proprietari di case nel Regno Unito ha più di 85 anni ed il loro “patrimonio immobiliare” vale di più di tutto quello posseduto dai proprietari di case under 35.

Insomma, nel Regno Unito comprare casa è, soprattutto per i giovani, un’impresa e, come titola BusinessInsider: I millennials dovranno verosimilmente aspettare la dipartita di un suddito di sua maestà per avere la possibilità di acquistare un immobile. Il prezzo medio di una casa in UK è passato da 150000 sterline nel 2005 a 217000 sterline a luglio 2016, a Londra il prezzo medio raggiunge le 500000 sterline (11 volte il salario medio di un londinese).

Secondo i calcoli della National Housing Federation per raffreddare i prezzi e servire tutta la domanda servirebbe la costruzione di almeno 250000 nuove case all’anno, ma il ritmo delle costruzioni ad oggi si ferma solo a metà di quella cifra.

Se i prezzi sono sempre più alti ed i salari (come nel resto d’Europa) non crescono abbastanza allora si ricorre ai prestiti. Complici le politiche monetarie espansive, dal 2009 ad oggi i tassi di interesse si sono notevolmente abbassati ed il numero di inglesi che hanno fatto ricorso ad un prestito per poter accedere a questo pazzo mercato immobiliare è cresciuto. Anche il mercato degli affitti ha visto una fiammata tanto che per molti Londra è divenuta off limits.

Cosa significa tutto questo con una Brexit che, prima o poi, dovrà inziare? Il rischio di una enorme bolla immobiliare esiste ed è sicuramente tra le preoccupazioni maggiori della Banca Centrale Inglese. Se la Brexit dovesse incidere negativamente sui posti di lavoro questo genererebbe un numero crescente di default di chi ha acceso prestiti e la forte esposizione del settore bancario su questo asset rischierebbe di creare un effetto a catena dirompente. La soluzione? Agire sul numero di case costruite ma, soprattutto, cercare di aumentare i salari. Non a caso nelle ultime ore si è diffusa la notizia di prossimi incontri tra il Primo Ministro May ed alcuni colossi multinazionali. Vantaggi fiscali in cambio di reddito, fuori dall’Eurozona si risparmia.

 

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