Sfondo scuro Sfondo chiaro

La settimana economica (20-25 ottobre 2025): crescono le attese per la Fed

La settimana economica si conclude con il dato sull’inflazione USA che accende le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed.

Italia

In Italia, l’attenzione è stata assorbita quasi interamente dalla nuova manovra economica 2026, approvata in questi giorni dal governo. Il documento, che punta a un deficit attorno al 3% del PIL, nasce con l’obiettivo di contenere la spesa pubblica senza frenare eccessivamente l’attività economica.
La manovra introduce alcuni correttivi fiscali: la seconda aliquota IRPEF scende dal 35 al 33% per i redditi medi, mentre viene ritoccata la tassazione sugli affitti brevi, che sale al 26% per chi utilizza piattaforme di intermediazione. Contestualmente, l’Agenzia delle Entrate ottiene maggiori poteri per il recupero dei crediti, grazie all’utilizzo dei dati delle fatture elettroniche.

Sul fronte della spesa, i ministeri dovranno contribuire a un risparmio complessivo di circa sette miliardi di euro nell’arco di tre anni. Il governo presenta la manovra come un esercizio di responsabilità, ma non mancano le tensioni politiche nella maggioranza.

Pubblicità

Europa

Nel resto d’Europa, i dati di ottobre offrono un quadro più luminoso ma ancora fragile. L’indice composito PMI dell’area euro è salito a 52,2, segnalando un’espansione dell’attività economica per il decimo mese consecutivo. A trainare la ripresa è soprattutto il settore dei servizi, mentre la manifattura continua a muoversi su ritmi contenuti. La Germania guida la crescita con la performance più forte degli ultimi due anni e mezzo, mentre la Francia arretra, appesantita dall’incertezza politica e dal calo della produzione industriale.

Nonostante questi segnali incoraggianti, la fiducia delle imprese europee è scesa ai minimi da cinque mesi. La domanda interna migliora, ma le esportazioni restano deboli e le prospettive globali invitano alla cautela.

Stati Uniti

Dall’altra parte dell’Atlantico, gli Stati Uniti continuano a mostrare un’economia sorprendentemente solida. L’attività complessiva, misurata dal PMI S&P Global, è salita a 54,8 punti in ottobre, trainata dai servizi e dal buon andamento dei consumi interni. Tuttavia, dietro questi numeri si nascondono alcuni segnali di nervosismo. Gli ordini all’estero sono scesi al livello più basso da sei mesi e la fiducia delle imprese è ai minimi dal 2022.

Il tema dei dazi commerciali continua a pesare sul morale delle aziende, molte delle quali faticano a trasferire i costi maggiori sui prezzi finali. Ciononostante, i mercati finanziari hanno vissuto un’altra settimana di entusiasmo: l’inflazione di settembre, scesa al 3% annuo, ha riacceso la speranza di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve.

Altro

La Cina ha delineato, in un’assemblea politica di alto livello (il plenum del Comitato Centrale del Partito) tenutasi il 20-23 ottobre, una bozza del nuovo piano quinquennale (2026-2030) che punta fortemente su tecnologie avanzate, semiconductori e intelligenza artificiale, oltre che su una crescita “di qualità” anziché solo quantitativa. Nel frattempo il momento economico rimane complesso: da un lato l’economia cresce ancora, dall’altro emergono problemi strutturali. Il PIL nel terzo trimestre è salito del 4,8 % su anno, in rallentamento rispetto al 5,2 % del trimestre precedente.

Nella regione del Medio Oriente e Nord Africa (MENA) la resilienza economica è sorprendente, nonostante tensioni geopolitiche e incertezze globali. L’FMI stima per la regione una crescita del PIL nel 2025 attorno al 3,2-3,3 % con un’accelerazione al 3,7 % nel 2026.

Cosa guardare settimana prossima.

Le giornate da segnare con un cerchietto rosso sono sicuramente due.
Mercoledì prossimo la Federal Reserve comunicherà la sua decisione sui tassi di interesse: i mercati si attendono non solo una nuova riduzione di 25 punti base, ma anche una mezza conferma di un ulteriore intervento di pari entità a dicembre.

Giovedì, invece, è in programma l’importantissimo incontro tra il presidente degli Stati Uniti e il premier cinese. Da questo meeting ci si attende un deciso passo avanti sul fronte del negoziato commerciale tra i due Paesi, ma anche qualche spiraglio sul tema della guerra in Ucraina e sui rapporti con la Russia.

Attesa anche per le decisioni di altre tre grandi banche centrali: Giappone, Canada ed Eurozona.

Per l’area euro, infine, sono attesi i nuovi dati sulla fiducia del settore privato, sulla crescita economica del terzo trimestre e sull’inflazione.

Resta aggiornato

Gli ultimi articoli di Ekonomia.it direttamente nella tua casella mail. Iscriviti qui sotto.
I dati trasmessi attraverso questo modulo sono trattati secondo la nostra privacy policy, in linea con la normativa vigente. Per nessun motivo verranno ceduti a terze parti o utilizzati per l'invio di messaggi di natura commerciale.
Post precedente

Stati Uniti, inflazione sale meno delle attese a settembre 2025. Sondaggi PMI: bene l'Eurozona a ottobre.

Pubblicità