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Eurozona, BCE taglia ancora i tassi. Riferimento ai minimi da fine 2022

Come da attese la BCE taglia i tassi di altri 25 punti base e porta il riferimento per i depositi al minimo da fine 2022. Interessante la nuova stima al ribasso per l’inflazione. Cina, settore privato in zona contrazione a maggio. Stati Uniti, dimezzato il deficit commerciale ad aprile.

Come da attese, e supportata dai dati macroeconomici, la BCE taglia ancora una volta i tassi di interesse di 25 punti base e porta il tasso sui depositi al 2%, minimo dal dicembre del 2022. Una mossa che mira a dare supporto all’economia dell’area Euro anche di fronte alle incertezze internazionali. I piani di investimento pubblici ed un recupero dei consumi dovrebbe spingere la crescita fino all’1,3% nel 2027. Ma il dato più interessante sembra essere la nuova proiezione per l’inflazione vista ora all’1,6% per il 2026 e al 2% nel 2027; la componente core dovrebbe rimanere sotto il 2% per l’intero biennio 2026-2027. Con i tassi reali oramai a zero, la possibilità di nuovi tagli dopo l’estate potrebbe essere legata proprio all’andamento dell’inflazione ed in particolare ad un suo allontanamento, verso il basso, dal target del 2%. Siamo ancora nel campo delle speculazioni.

Cina, settore privato in contrazione per il PMI Caixin.

La manifattura, secondo il sondaggio PMI Caixin, a maggio, trascina tutto il settore privato cinese in zona contrazione. Il PMI composite scende a 49,6 punti, prima volta sotto quota 50 dal dicembre del 2022. Un leggero miglioramento del settore servizi non riesce a contrastare il pesante calo del manifatturiero. Calano gli ordini e la domanda estera che rimane debole. A farne le spese è l’occupazione che scende. Sul fronte prezzi continua l’onda deflazionistica. Altri stimoli in arrivo?

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Germania, secondo mese di crescita consecutivo per gli ordinativi industriali.

Ad aprile gli ordini all’industria tedesca sono saliti dello 0,6% su base mensile, secondo mese di crescita consecutivo ma leggermente sotto le attese del mercato. Ordinativi in crescita per il settore dell’elettronica e del trasporto (navi, treni, aerei). Al netto delle grandi commesse la variazione scende al +0,3%. La domanda domestica sale del 2,2% e cresce anche quella dai paesi dell’Unione; in calo dello 0,5%, invece, gli ordini da paesi extra UE. I dati sembrano comunque non incorporare ancora gli effetti dei dazi USA.

Eurozona, settore costruzioni peggior ancora a maggio.

Dopo due mesi di lieve miglioramento, torna a peggiorare il settore costruzioni dell’area Euro. Il sondaggio PMI scende a 45.6 punti, quattro decimi in meno del mese precedente. Su base nazionale continua la fase molto delicata per Francia e Germania, mentre l’Italia va in controtendenza e registra il terzo mese consecutivo in zona espansione.

Eurozona, prezzi alla produzione in calo anche a maggio.

A maggio l’indice dei prezzi alla produzione dell’area Euro ha registrato una flessione su base mensile del 2,2%, secondo mese consecutivo di deflazione e maggior calo dall’aprile del 2023. Il dato, ben al di sopra delle attese, è figlio soprattutto di un nuovo forte calo dei prezzi del comparto energia. Su base annua la variazione rimane positiva ma scende dall’1,9% allo 0,7%.

Stati Uniti, mercato del lavoro.

Calano per il secondo mese consecutivo gli annunci di tagli occupazionali. A maggio sono 94 mila i posti a rischio, minimo da quattro mesi, la maggior parte nel settore dei servizi che registra il massimo dal maggio del 2020. Il 2025 rimane comunque un anno pesante: su base annua l’incremento di posti di lavoro di prossima chiusura tocca l’80%. Nel frattempo i sussidi di disoccupazione rimangono sostanzialmente stabili attorno alle 230 mila richieste a settimana. Stabile e poco sopra le 1,9 milioni di unità il dato sui sussidi continuativi.

Stati Uniti, disavanzo commerciale si riduce nettamente in aprile su effetto dazi.

La massiccia corsa all’acquisto di prodotti esteri registrata nel mese di marzo negli Stati Uniti lascia spazio ad un sensibile calo delle importazioni ad aprile. Le esportazioni rimangono sostanzialmente stabili. Il risultato è un calo del deficit commerciale che passa da quasi 139 miliardi di dollari a 61,6 miliardi di dollari. Si tratta del livello più basso dall’agosto del 2023.

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