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Gli incentivi fiscali e l’effetto distorsivo sull’adozione delle nuove tecnologie

L’utilizzo degli incentivi fiscali per accelerare l’adozione delle nuove tecnologie nelle imprese può diventare una lama a doppio taglio. Uno studio sul caso britannico rivela che incentivando l’acquisto di macchinari e software si penalizzano servizi quali il cloud computing che è alla base dello sviluppo di modelli di intelligenza artificiale e analisi dei big data.

Uno dei canali tradizionalmente utilizzati per favorire l’adozione delle nuove tecnologie è quello degli incentivi fiscali. Un aiuto che arriva dallo stato per sgravare le imprese di una parte dei costi collegati al processo di innovazione e che si concretizza in sconti sulle tasse a fronte dell’acquisto di macchinari o software. Ma gli incentivi fiscali riescono ad essere efficaci anche quando le nuove tecnologie richiedono investimenti in servizi esterni all’impresa? O possono addirittura trasformarsi in un ostacolo all’adozione di strumenti quali il cloud computing, l’intelligenza artificiale e i big data?

Si tratta di una domanda molto interessante alla quale ha provato a rispondere un Policy Research Working Paper della World Bank Group. Lo scopo dello studio era quello di valutare l’impatto degli incentivi fiscali sugli investimenti delle aziende sia su beni quali computer e software, sia su beni “esterni” come i servizi di cloud computing. Il focus sul cloud non è casuale, visto che proprio sull’utilizzo di questa tecnologia si basano i modelli di intelligenza artificiale e per l’analisi dei big data.

Timothy DeStefano ed i suoi colleghi hanno analizzato i numeri relativi all’Annual Investment Allowance (AIA), un piano di sgravi fiscali messo in atto dal governo inglese per incentivare gli investimenti aziendali. Dal 2008 ad oggi l’AIA ha portato ad un aumento medio degli investimenti in macchinari del 41% e di quelli in software del 28%. Sin qui si tratta di numeri attesi, ma cos’è successo al cloud computing? Nello stesso periodo, ci dice lo studio, l’adozione del cloud è stata rallentato in media del 17% (una percentuale che misura la propensione all’adozione del cloud nelle aziende campione).

Numeri significativi se si pensa che alla fine del periodo di riferimento oltre la metà delle imprese censite dallo studio utilizza regolarmente il cloud computing. Come conseguenza, lo studio segnala un rallentamento nell’adozione di strumenti di intelligenza artificiale e di studio dei big data (questi ultimi particolarmente colpiti). Il rallentamento – altro dato interessante – risulta più pronunciato nelle imprese medio-piccole, vale a dire proprio quelle che ricaverebbero maggiori vantaggi competitivi da un’adozione rapida delle nuove tecnologie IT.

Senza la distorsione generata dall’AIA, conclude lo studio, l’adozione dell’AI nel Regno Unito sarebbe salita del 30% in più; quella dei big data del 14% in più.

Lo studio sembra mandare un avvertimento ben preciso al legislatore. L’utilizzo degli sgravi fiscali deve essere formulato in maniera tale da non mettere in competizione l’acquisto di beni, tangibili o intangibili, con l’utilizzo di servizi esterni quali il cloud computing.

Illustrazione di Suresh anchan

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