Come sta andando la stagione delle trimestrali negli USA? Volendo rispondere in maniera secca potremmo dire bene, ma dovremmo anche aggiungere un però. Proviamo a fare un quadro della situazione approfittando, come al solito, dei dati forniti da FactSet.
Alla fine della scorsa settimana più dell’80% delle società dello S&P500 ha reso noti i conti relativi al periodo aprile-giugno 2022. Di queste una percentuale superiore al 70% ha presentato un EPS (Earning per share) superiore alle aspettative. Nel complesso il gap tra EPS annunciato ed atteso è di poco più del 3%, un dato che pur essendo certamente positivo è piuttosto distante dalla media a 5 anni (8.8%). Mettendo assieme i dati già pubblicati e quelli attesi si arriva ad una crescita dell’EPS del 6% per il secondo trimestre, un numero migliore rispetto a quanto previsto al 30 giugno scorso ma ai minimi dall’ultimo trimestre del 2020.
Degli 11 settori che compongono l’indice newyorkese sono 6 quelli che hanno numeri in crescita per il secondo trimestre. A guidare la truppa non può che essere il settore dell’energia, sospinto dalla crescita dei prezzi delle materie prime. Attualmente l’88% delle società energetiche USA ha comunicato conti trimestrali migliori rispetto alle attese, mentre agli ultimi posti di questa classifica si trova il settore finanziario con il 44% delle società che ha dichiarato una crescita dell’EPS sotto le attese degli analisti.
Dai calcoli elaborati da Factset nei prossimi due trimestri la crescita attesa degli EPS si dovrebbe attestare attorno al 6.7%, con una proiezione sull’intero anno dell’8.9%. I prezzi rimangono comunque elevati rispetto ai risultati economici, il P/E a 12 mesi è a 17.5, cinque decimi sopra la media a 10 anni (ma sotto alla media a 5 anni).
Ma nel frattempo gli analisti continuano ad abbassare le loro aspettative. Sempre secondo i dati di FactSet, a luglio le stime per il terzo trimestre sono state riviste al ribasso in maniera sensibile: un -2.5% che rappresenta il maggior ribasso dal secondo trimestre del 2020 e si posiziona sopra la media a cinque anni (-1.3%). Per l’intero 2022 le attese di crescita degli utili sono state tagliate dello 0.8%. Da notare, però, come da inizio luglio le aspettative degli analisti sugli utili ed i prezzi delle azioni abbiano iniziato a disallinearsi, con le prime a continuare a scendere ed i secondi a risalire. Il fenomeno, che ha portato come detto ad un aumento del P/E atteso, è da monitorare attentamente per capire quanto possa essere duratura la fase di recupero del listino azionario.
Foto di Steinar Hovland