Mondiale in Qatar tra goal ed emissioni

La sostenibilità ambientale è un tema centrale per gli organizzatori dei prossimi mondiali di calcio in Qatar, ma un recente studio insinua qualche dubbio sul fronte delle emissioni.

Al fischio d’inizio del mondiale di calcio 2022 in Qatar mancano ancora diversi mesi, ma le polemiche e le discussioni sull’edizione “invernale” della competizione giocano con largo anticipo. Uno dei temi attorno ai quali si sviluppa il dibattito è quello – quantomai attuale – sulla sostenibilità ambientale di un evento che, dalle ultime stime, dovrebbe vedere la presenza di 1,5 milioni di tifosi, pronti a sostenere le 32 squadre partecipanti.

Gli organizzatori hanno puntato molto sul rendere questo evento “carbon neutral”, portando come esempio la costruzione di uno stadio “temporaneo”, che sparirà finita la competizione. Per le realizzazione di quest’opera il comitato organizzatore ha stimato l’emissione di 438 mila tonnellate di CO2. A questa vanno aggiunte, sempre secondo gli organizzatori, circa 206 mila tonnellate di CO2 derivanti dall’utilizzo di altri 6 impianti di nuova realizzazione. La neutralità dell’evento, e quindi la compensazione di queste emissioni, dovrebbe essere garantita dall’acquisto di “offset credits”, una sorta di “buoni” che permettono l’emissione di gas serra in cambio del finanziamento di progetti green.

Fino a qui tutto bene. Ma un report di Carbon Market Watch, pubblicato a fine maggio, getta qualche ombra sulla reale possibilità che l’evento diventi carbon neutral. Il report punta il dito su due aspetti. Da un lato, spiegano gli autori, il comitato organizzatore avrebbe alleggerito il peso delle emissioni per gli stadi permanenti realizzati, tenendo in conto solo la fase di utilizzo e non anche quella – forse la più inquinante – di costruzione. Una stima di CMW porterebbe il totale delle emissioni a 1,4 milioni (più del doppio della stima ufficiale), un volume di gas serra che – si legge – è pari a quanto prodotto dal consumo domestico annuo di 180 mila famiglie statunitensi.

Dall’altro lato il piano di acquisto di 1.18 milioni di tonnellate di CO2 in offset credits è considerato molto ambizioso. Soprattutto considerando il fatto che di progetti sul tavolo ce ne sarebbero solo due, un impianto eolico ed uno fotovoltico entrambi in Turchia. Gli organizzatori dal canto loro ricordano anche la progettazione di una tenuta agricola da 426 mila metri quadri ed il piano di piantumazione di oltre 16 mila alberi. Da CMW rimangono scettici sulla reale portata dei progetti, sventolando un cartellino giallo.

Foto di ChaosSoccerGear

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