PIL USA secondo trimestre delude ma economia recupera i livelli pre-pandemia

Il PIL USA nel secondo trimestre sale dell1.6% (6.5% annualizzato), delude le attese ma riporta la ricchezza prodotta dal paese sopra i livelli del pre-pandemia. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Germania, terzo mese di calo consecutivo dei disoccupati. Nel mese di luglio il numero di disoccupati in Germania è sceso di 91 mila unità, terzo mese di calo consecutivo, ben al di sopra delle attese del mercato. Il tasso di disoccupazione è sceso così al 5.7%, due decimi in meno rispetto al precedente rilevamento ed un decimo meglio delle attese.

Eurozona, fiducia imprese robusta. Nel mese di luglio l’Economic Sentiment dell’area Euro è salito al livello record di 119, oltre le attese di mercato. Migliora la fiducia degli operatori dell’industria e dei servizi, con quest’ultima che tocca i massimi dall’agosto del 2007. I ritmi di crescita dell’indicatore, però, tendono a rallentare rispetto agli scorsi mesi, segnale di una stabilizzazione del dato per i prossimi mesi. Per consumatori e venditori al dettaglio lo scenario è diverso, l’indicatore di fiducia di entrambi scende a luglio. In calo anche la fiducia del settore costruzioni. Tra i consumatori, infine, cresce per il sesto mese consecutivo l’indicatore dell’aspettativa di inflazione, che nel mese di luglio tocca quota 30 e si riporta sui livelli di inizio 2020.

Germania, inflazione sostenuta a luglio. Sale a luglio il livello dei prezzi al consumo tedeschi. Su base mensile l’inflazione segna +0.9%, più del doppio del mese precedente e delle attese del mercato. Su base annua il dato risente fortemente del base effect. Per la statistica: il +3.8% è il valore più alto dal 1983 ad oggi . La variazione dei prezzi dal febbraio del 2020 è pari al 2.8%, una variazione annualizzata di circa l’1.92%, valori tutto sommato abbastanza sotto controllo.

PIL USA secondo trimestre delude ma economia recupera i livelli pre-pandemia. Il PIL statunitense è cresciuto nel secondo trimestre 2021 del 6.5% annualizzato(+1.6% su base trimestrale), sospinto dai consumi privati (+11.8% annualizzato, secondo miglior risultato dal 1952) e dagli investimenti industriali. Contributo negativo, invece, dagli investimenti non industriali, dalle esportazioni nette e dalle scorte. Il dato è superiore di un decimo rispetto al primo trimestre, ma molto distante dalle attese del mercato che erano fissate all’8.5%. Stando a questa stima, l’economia USA ritorna comunque sui livelli di crescita pre-crisi, completando un recupero con tempi da v-shape: un anno dall’inizio della crisi, nel 2009 ce ne vollero due. Altre due annotazioni: nei prossimi mesi i ritmi della crescita dovrebbero calare; rispetto alle stime di gennaio 2020 il PIL USA paga alla pandemia 2,4 punti percentuali di crescita.

A crescere, e molto, sono i prezzi PCE, elemento che potrebbe spaventare i mercati. Il tasso core sale al 6.1% rispetto al trimestre precedente, tre decimi sopra le attese e quasi il doppio rispetto al precedente rilevamento.

USA, mercato del lavoro. Tornano a calare le richieste di disoccupazione negli USA. La settimana scorsa sono state 400 mila, 24 mila in meno rispetto a 15 giorni fa. La media a 4 settimane, dato più stabile, rimane sotto la soglia dei 400 mila per la settima settimana consecutiva. Ancora sostenuto il numero di sussidi continuativi, fermo da settimane attorno ai 3.2 milioni.

USA, compravendite non ancora finalizzate. Il sostenuto aumento dei prezzi delle case riduce le compravendite e, di riflesso, anche quelle non ancora finalizzate. Le pending sales a giugno sono scese per la prima volta dopo quattro mesi a -1.9% su base annua. A “resistere” in termini di attività immobiliare solo il MidWest, zona nella quale i prezzi sono saliti meno.

Foto di Madeinitaly

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