In Giappone la deflazione è ancora protagonista nei dati di febbraio 2021. Migliora la fiducia dei consumatori inglesi sulla spinta della campagna vaccinale. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.
Giappone, ancora deflazione a febbraio. Ancora segno meno per la variazione dei prezzi al consumo in Giappone. A febbraio il dato annuo segna -0.4%, in miglioramento rispetto al -0.6% (rivisto al ribasso) di gennaio ed in linea con le attese. Il dato mensile vede un aumento dei prezzi dello 0.2%. Dedotte le componenti più volatili, l’inflazione core segna -0.4%, due decimali meglio di gennaio, un decimale meglio delle attese, 11° mese consecutivo senza crescita. Con questi dati la Banca centrale giapponese non poteva far altro che mantenere invariata la sua politica monetaria. La BoJ ha confermato sia il livello dei tassi, sia il controllo della curva sulle scadenze a 10 anni. Con due novità interessanti, un inizio di normalizzazione se vogliamo: l’acquisto di ETF non è più esplicitato nelle linee guida della banca, ma sarà effettuato solo se necessario; i tassi a 10 anni potranno oscillare di 5 punti base in più rispetto al target dello 0% (da +/- 0.20 a +/-0.25).
Gran Bretagna, consumatori più fiduciosi a marzo. Migliora, ed in maniera sostanziosa, la fiducia dei consumatori britannici nel mese di marzo. Il sondaggio GfK raggiunge quota -16 (da -23 di febbraio), quattro punti meglio delle attese, miglior rilevazione dal marzo del 2020. Vaccinazioni ed aspettative di ripresa sono il carburante di questa migliorata fiducia.
Canada, vendite al dettaglio in gennaio. Ottavo mese consecutivo di crescita per le vendite al dettaglio canadesi. A gennaio 2021 il dato su base annua è salito dell’1.3%, in calo rispetto ai due mesi precedenti. Su base mensile si nota il rallentamento dovuto alle restrizioni anti-covid: -1.1% rispetto a dicembre 2020, secondo mese consecutivo con il segno meno, ma variazione ben più leggera delle attese (-3%).
Germania, prezzi alla produzione. I prezzi alla produzione in Germania crescono per il terzo mese consecutivo e raggiungono il massimo dal maggio del 2019. Il +1.9% è comunque inferiore alle attese del mercato (+2%); dedotta la parte energia (su cui pesa anche la tassazione sull emissioni) l’incremento si riduce all’1.4% su base annua.
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