Dati PMI di settembre: manifattura continua la risalita, servizi frenano.

Giornata dedicata alle stime preliminari dei dati PMI di settembre. I sondaggi dei direttori d’acquisto indicano una manifattura che continua la sua risalita, mentre frena il settore dei servizi. Questo ed altro nella K Briefing di metà settimana.

Eurozona, ripresa rallenta su debolezza settore servizi. I dati preliminari PMI di settembre confermano il differente stato di salute del settore manifatturiero e dei servizi nell’eurozona. Se la manifattura batte le attese portandosi a 53.7, segnando il miglior rialzo dal febbraio del 2018 ed evidenziando aspettative in miglioramento per i prossimi mesi, sull’altro piatto della bilancia scende il settore dei servizi. Qui l’indice PMI di settembre segna 47.6, peggio delle attese e soprattutto sotto la quota 50, vale a dire in piena area contrazione. Il peggioramento colpisce in particolare la componente occupazione e l’arretrato lavorativo.

La combinazione di questi dati fa scendere il PMI composite pericolosamente a quota 50.1, otto decimi sotto la lettura di luglio e sei sotto le aspettative. Sintetizzando l’economia dell’eurozona è in brusca frenata. Anche a livello nazionale si evidenzia la dicotomia manifattura/servizi, con il PMI manifatturiero tedesco che si spinge oltre quota 56.

Spagna, contrazione PIL pesante ma un po’ meglio delle prime stime. Il nuovo calcolo del PIL spagnolo relativo al secondo trimestre 2020 indica una contrazione sicuramente pesantissima, ma un po’ meno di quanto stimato in precedenza. Dal -18.5% su base trimestrale si passa al -17.8%. Su base annua la flessione passa da -22.1% a -21.5%. Crollo dei consumi (-24% su base trimestrale) e degli investimenti (-22% su base trimestrale). Anche per la Spagna arriva l’ufficialità della recessione tecnica.

UK, PMI di settembre deboli ma ancora sopra quota 50. Come visto per il sondaggio dedicato all’eurozona, anche in Gran Bretagna l’attività economica dà segni di rallentamento, ma sia il settore manifatturiero che quello dei servizi rimangono ben oltre quota 50, lo spartiacque tra contrazione ed espansione economica. Il PMI manifatturiero scende a 54.3 da 55.2, quello dei servizi rallenta vistosamente da 58.8 (massimo a 5 anni) a 55.1. Il dato composite scende così da quota 59.1 a 55.7, lettura peggiore rispetto alle attese di mercato fissate a 56.3. Per la manifattura buona performance della componente ordini, specialmente quelli esteri, mentre continua a rimanere saldamente positiva l’aspettativa per i prossimi mesi. Nel settore dei servizi, invece, cala l’ottimismo sui prossimi mesi, complici anche le preoccupazioni di nuovi lockdown.

Giappone ed Australia, migliorano i sondaggi PMI di settembre. Letture in rialzo per il sondaggio dei direttori d’acquisto giapponesi ed australiani in settembre. Se per il paese del sol levante il traguardo di quota 50 rimane ancora distante tre lunghezze (economia nipponica, quindi, ancora in contrazione), l’economia aussie raggiunge quota 50 nel settore dei servizi e 55.5 nel manifatturiero, attesandosi in zona espansione. Dal Giappone arriva però un altro segnale di incoraggiamento: l’all industry activity index è salito a luglio per il terzo mese consecutivo, guadagnando l’1.3% rispetto al mese precedente.

USA, PMI di settembre. Anche al di là dell’oceano è il settore manifatturiero a trainare la ripresa, ma sulle aspettative pesa ancora l’incognita covid-19. Il PMI della manifattura sale per il 5° mese consecutivo, consolidandosi sopra quota 50 e battendo anche le attese del mercato. Il 53.5 preliminare è frutto di un ritorno degli ordinativi, soprattutto interni. Tra le risposte dei direttori d’acquisto emergono segnali di rallentamento nell’utilizzo della capacità produttiva ed un’aspettativa sui prossimi mesi leggermente peggiorata rispetto ad agosto.

Frena il settore dei servizi, a settembre il PMI si ferma a 54.6 dal 55 di agosto. Si rimane comunque in area espansione, con la componente dedicata alle nuove attività che sale con il ritmo più alto da 18 mesi a questa parte. Riprendono a salire i prezzi di vendita, mentre le aspettative rimangono caute, intrappolate tra covid-19 ed elezioni.

Foto di marcin049

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