Eurozona, indice Zew in ripresa. USA, vendite al dettaglio boom a maggio

Ancora segnali di miglioramento. Anche oggi i dati macro sono improntati ad un moderato ottimismo. L’ottimismo ritrovato degli investitori europei e fotografato dall’indice Zew in ripresa. Ma segnali di speranza arrivano anche dagli USA, con il boom delle vendite al dettaglio di maggio. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

UK, mercato del lavoro in flessione a maggio. A maggio aumentano di 528,9 mila unità le richieste di sussidio di disoccupazione nel Regno Unito. Si tratta di un aumento superiore alle attese ma dimezzato rispetto al mese precedente. Da inizio marzo le richieste sono aumentate del 125%, portando il totale a oltre 2 milioni. Il tasso di disoccupazione rimane tuttavia stabile al 3.9%, molto meglio delle attese (+4.7%). L’occupazione, su base trimestrale, ha registrato un aumento di 6mila unità ad aprile, altro dato a sorpresa (le attese erano per un -89mila). Sempre ad aprile, si raffredda la crescita dei salari (+1.7% dal +2.7% del mese precedente). Numeri tutto sommato non così catastrofici, sui quali conta l’intervento governativo.

Eurozona, continua la ripresa dell’indice Zew. Gli investitori continuano a recuperare ottimismo, l’indice Zew di giugno sale a quota 58, il livello più alto dal maggio del 2015. Per il 68% degli intervistati le aspettative dell’economia della zona Euro per i prossimi mesi sono positive, solo il 10% vede un peggioramento all’orizzonte. Tornano a salire anche le attese sull’inflazione mentre l’emergere dal lockdown ed il ripristinarsi di un minimo di normalità fa migliorare anche la percezione della condizione attuale. In giornata diffusi anche i dati sul costo del lavoro, salito nel primo trimestre del 3.4%, il maggior incremento trimestrale dal 2009. Il dato, come accaduto negli USA, potrebbe essere legato alla maggior riduzione, causa pandemia, dei lavori a bassa retribuzione rispetto a quelli, più stabili, con salario più elevato.

Lo Zew tedesco tocca i massimi dal 2006. In estrema sintesi si può dire che gli investitori tedeschi sono fiduciosi sulla ripresa, anche se lenta, nella seconda parte del 2020. Una ripresa guidata dai consumi interni; ancora tanta sofferenza, invece, per i settori orientati all’esportazione.

Brasile, a picco vendite al dettaglio di aprile. Continuano ad arrivare brutti dati dal Brasile, uno dei paesi più colpiti dall’epidemia e che rischia effetti molto severi sulla propria economia. Le vendite al dettaglio di aprile scendono del 16.8% rispetto al mese precedente (già a -13%) e della stessa percentuale anche rispetto all’aprile del 2019. I dati sono ampiamente peggiori rispetto alle attese degli analisti.

USA, dati macro di maggio. Le vendite al dettaglio negli USA tornano a crescere in maggio e lo fanno con il maggior incremento dal 1992 ad oggi. +17.7% rispetto al mese precedente, solo 6 punti percentuali rispetto al livello di maggio 2019. Anche togliendo la parte più volatile, il dato rimane incoraggiante: +12.4% per le core. Crescita diffusa su tutti i settori ma spicca il dato sulla vendita di auto (+44%). Secondo alcuni analisti occorre però non lanciarsi in facili ottimismi. La riapertura degli esercizi commerciali, unita ai sostanziosi trasferimenti statali hanno avuto un ruolo importante a maggio e potrebbero incidere anche sui dati di giugno, qualche problema in più potrebbe sorgere da luglio, soprattutto se non ci saranno notizie confortanti sull’epidemia. Rimane comunque la dimensione della variazione, doppia rispetto alle attese, e l’indicazione di una domanda interna ancora con potenziale.

Sempre a maggio, la produzione industriale rimane in rosso. -15.27% rispetto a 12 mesi fa e +1.4% rispetto al mese precedente (sotto le attese). Come per le vendite, anche per la produzione si registra l’ottimo spunto del comparto automotive. Le scorte industriali scendono ai minimi dal 2009.

Foto di Foundry Co

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