Eurozona. L’economic Sentiment rialza la testa. USA segnali misti dai jobless claims

Maggio conferma i timidi segnali di stabilizzazione dell’economia mondiale. Nell’Eurozona migliora lievemente l’economic sentiment, negli USA arrivano segnali misti dai jobless claims, mentre gli ordini di beni durevoli calano meno del previsto. Questo ed altro nella penultima K Briefing della settimana.

Eurozona, Economic Sentiment migliora a maggio. Anche per la zona euro arrivano timidi dati di ripresa dalla fiducia degli attori economici. L’Economic Sentiment Index migliora a maggio portandosi a 67.5 dal 64.9 del mese precedente. Nel complesso il risultato del sondaggio è sotto le attese del mercato, ma segnala un miglioramento del morale sia da parte delle imprese manifatturiere che dei consumatori. Morale che tende a peggiorare, invece, nel settore costruzioni e che continua la sua caduta tra gli operatori del settore dei servizi. A livello nazionale va segnalato il miglioramento dell’indice in paesi come Germania, Olanda e Spagna. Peggiora, invece, in Francia.

Francia che oggi deve registrare un dato pesantissimo sul fronte occupazione. A maggio i nuovi disoccupati sono 827 mila in più rispetto al mese precedente (incremento mensile record per la serie), con il totale dei francesi in cerca di lavoro che supera i 4,3 milioni; di questi, 2.5 milioni appartengono alla fascia di età fra i 25 ed i 49 anni.

In Germania l’inflazione scende ai minimi dal 2016, a maggio si fissa a +0.6%, 4° mese di calo consecutivo. Su base mensile i prezzi scendono dello 0.1%. Da un lato continua l’agonia dei prezzi dell’energia, dall’altro lato si sgonfia leggermente la salita dei prezzi dei beni alimentari.

Brasile, sale tasso disoccupazione. Mercato del lavoro sotto pressione in Brasile, lo raccontavamo anche ieri. Oggi arriva il dato sul tasso di disoccupazione, in salita al 12.6%, ai massimi da marzo 2019. Oltre ai 12,81 milioni di disoccupati, da segnalare anche il tasso di partecipazione al mercato del lavoro sceso al 59% ed il tasso di occupazione che si abbassa al 51,6%.

USA, PIL e beni durevoli. Il PIL americano si è contratto di un secco 5% nel primo trimestre 2020, una variazione leggermente superiore rispetto alla stima preliminare, frutto di un aggiustamento al ribasso degli investimenti e di uno lievemente al rialzo per quel che riguarda i consumi privati. Per trovare un trimestre così nero occorre tornare agli ultimi 3 mesi del 2008. I profitti aziendali sono scesi nel primo trimestre del 13,9%, il peggior dato dal 2008.

Ad aprile gli ordini di beni durevoli si sono contratti meno delle attese. Un -14.4% che rappresenta comunque il peggior dato dall’agosto del 2014. Il settore dei trasporti ha un ruolo chiave nel calo. Solo il comparto aeronautico cede il 296% in ordini su mese. Il dato al netto del settore trasporti è di -0.2%. Altra informazioni incoraggiante arriva dai core capital goods, un termometro dell’attività economica, i cui ordini aumentano dello 0.1%.

USA mercato del lavoro. Dai jobless claims di settimana scorsa arrivano due notizie, una positiva e una no. La negativa è che il numero di richiedenti sussidio continua a rimanere sopra i 2 milioni (10° settimana consecutiva); la positiva è che si tratta del livello più basso da inizio marzo scorso. Altra notizia positiva viene dalle richieste continuative che calano per la prima volta da marzo scorso, contro attese di mercato e per oltre 3 milioni di unità. Piccolissimi segnali di stabilizzazione per il mercato del lavoro USA, complice la riapertura di molte attività.

Foto di Malachi Witt

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