Pochi dati macro nella prima giornata dopo il weekend di Pasqua. In primo piano la Cina e le sue esportazioni scese meno del previsto a marzo. In Australia peggiora la fiducia delle imprese. Questo ed altro nella prima K Briefing della settimana.
Cina, occhi puntati sulle esportazioni. A marzo le esportazioni cinesi sono scese meno di quanto prevedesse il mercato. Un -6.6% anno su anno rispetto al -14% previsto dagli analisti ed in miglioramento rispetto al -17% di febbraio. Un buon dato, si potrebbe pensare. In realtà occorre tenere conto – suggeriscono alcuni osservatori – che solo da metà marzo le cancellazioni di ordini internazionali hanno cominciato a fioccare. Questo fa supporre che i dati di aprile e maggio potrebbero non essere in miglioramento rispetto al dato di marzo. Analizzando più nel dettaglio i dati si possono osservare alcune tendenze. La prima riguarda il marcato declino delle esportazioni verso occidente, dove il covid-19 sembra aver bloccato molto più in profondità l’economia: -24% verso l’Europa e -21% verso gli USA. Situazione diversa con i partners asiatici. Salgono le esportazioni verso Taiwan, Singapore e Sud Corea, cala solo dell’1.4% il flusso di beni e servizi verso il Giappone.
Altro aspetto interessante riguarda i beni esportati. Scende del 5% l’esportazione di alluminio che però rimane ai massimi dal 2019. Aumentano, portandosi ai massimi dal 2014, le esportazioni di terre rare (materie prime necessarie per la realizzazione di batterie).
Non scendono solo le esportazioni. Le importazioni a marzo fanno -0.9% su base annua, anche in questo caso molto meglio delle attese (-9.5%). Scende l’importazione di petrolio, quasi invariata quella di gas naturale mentre aumenta, e di molto, l’importazione di carbone (notizie positiva per le società estrattive). La bilancia commerciale torna positiva di quasi 20 miliardi di dollari.
Australia, cala fiducia imprese. Calo verticale dell’indice di fiducia delle imprese australiane a marzo. L’indicatore redatto dalla National Australia Bank segna -66, un minimo record. Scende la componente della condizione economica, trascinata dal calo di profitti, ordini ed occupazione. L’indicatore segnala come il covid-19 abbia colpito i settori più profittevoli del paese: turismo ed educazione. Un dato interessante riguarda l’outlook. Se da un lato la maggior parte degli intervistati si attende una risalita rapida quanto la discesa, sono molti ad essere convinti che il bottom non sia ancora stato raggiunto.
Foto di Lynn Greyling