Quadro macro USA desolante. A marzo giù produzione industriale e vendite al dettaglio

Il quadro macro degli USA riporta “sulla terra” i mercati azionari mondiali. Il mese di marzo ha visto un calo record per produzione industriale e vendite al dettaglio, peggio di quanto ci si attendesse. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Cina, investimenti stranieri. Gli investimenti stranieri diretti in Cina sono scesi del 10,8% su base annua nel primo trimestre del 2020. Il dato di marzo, da solo, è sceso del 14% rispetto a 12 mesi fa. Tuttavia si nota una ripresa dell’ammontare complessivo di FDI, raddoppiati da gennaio a marzo. In controtendenza il settore Hi-Tech, dove gli investimenti sono aumetati del 15,5% su base annua.

Inflazione in Europa. Prezzi al consumo praticamente piatti per Italia, Francia e Spagna. Il dato mensile della componente core oscilla tra -0.1% e +0.1%. Cala l’inflazione in Polonia, dove il dato di marzo perde un decimale passando dal record a 8 anni registrato in febbraio (+4.7%) al +4.6%, sempre ampiamente sopra i livelli target. In calo il dato sui prezzi al consumo anche in Bulgaria, dove l’indice dell’inflazione segna il minimo a 4 mesi (+3%). In Svezia il livello dei prezzi scende al minimo a 5 anni.

Quadro macro USA desolante. Molti dati macro, oggi, per gli Stati Uniti. Il NY Empire State Manufacturing Index, ad aprile, scende al suo minimo record: -78.2. Un livello ben al di sotto delle attese del mercato e che fotografa una situazione da pieno lockdown. Giù tutte le componenti, dagli ordini alle spedizioni, fino all’occupazione. Per gli intervistati del sondaggio peggiora il sentiment sulla situazione attuale, tuttavia si mantiene positiva l’aspettativa a 6 mesi. Calano i prezzi degli input mentre rimangono sostanzialmente stabili i prezzi di vendita.

Record al ribasso, in marzo, anche per le vendite al dettaglio che segnano un -8.7% (mese precedente era -0.4%). Il dato è sopra le attese di quasi un punto percentuale. La crisi da covid-19 si fa sentire in 8 settori merceologici su 13, con il settore dell’abbigliamento e dell’arredamento a segnare le flessioni più importanti (addirittura un -50% per l’abbigliamento). In salita i generi alimentari, medicinali e prodotti per la cura della persona. Il dato di marzo potrebbe essere solo la prima fetta di un crollo più vistoso in aprile. Nella prima settimana del mese in corso, infatti, è continuata la crescita dei licenziamenti (domani i nuovi dati settimanali sui sussidi). A livello annuo le vendite al dettaglio scendono del 6.17%.

La produzione industriale USA scende del 5.4% in marzo, segnando il maggior calo mensile dal 1946. La produzione manifatturiera crolla del 6.4% (anche in questo caso è il record dal febbraio del 1946). A guidare la debacle il settore automobilistico con un -28%. Scende anche il tasso di utilizzo degli impianti, dal 77% al 72.7% (livello più basso dall’aprile del 2010). Si tratta di dati ampiamente sotto le aspettative del mercato e che potrebbero condurre ad una contrazione del PIL più ampia di quanto sino ad ora attesa, e già per il primo trimestre. L’ultima previsione, dell’FMI, fissa in più di 5 punti percentuali il tonfo del prodotto interno lordo statunitense nel 2020.

Foto di Melissa Mahon

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