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Tra Europa ed Asia. Stime e primi effetti del coronavirus sulla congiuntura

Mentre i dati di dicembre 2019 della produzione industriale nella zona euro fiaccano le speranze di una pronta ripresa, il mondo è alle prese con le prime stime degli effetti del coronavirus sulla congiuntura. La nostra K Briefing di metà settimana è pronta.

Produzione industriale EU. I dati di dicembre 2019 rendono più incerte le previsioni sulla crescita economica dell’Area Euro. La produzione industriale cede il 2.1% su base mensile e si tratta del peggior calo mensile dal febbraio del 2016. Su base annua la situazione è ancora più preoccupante. -4.1%, da -1.7% di novembre. Per vedere dati così brutti dobbiamo tornare a dicembre 2018 e, ancora più indietro nel tempo, arrivare al 2009. Considerando il 2019, la perdita di produzione industriale è la più alta dal 2012, al -1.7%. Cadono tutte le grandi, si direbbe in termini calcistici; Germania, Francia e Italia mostrano tutte frenate pesanti nella produzione dell’industria. La Spagna, pur rimanendo in territorio positivo, rallenta significativamente.

A questi dati vanno aggiunte le preoccupazioni legate all’impatto che il blocco dell’economia cinese, a causa del coronavirus, potrà avere nei prossimi mesi. Philip Lane, capo economista alla BCE, mette in guardia: gli effetti nel breve termine potrebbero essere piuttosto seri. Anche Deutsche Bank lancia l’allarme per l’economia tedesca. La Germania potrebbe rischiare di scivolare in zona contrazione, con l’impatto del coronavirus sul PIL stimato dalla banca tedesca attorno ai due decimali nel primo trimestre 2020.

Politica monetaria (Svezia). Dopo aver abbandonato i tassi negativi, la Riksbank decide di lasciare tutto fermo a quota zero. La situazione svedese ed internazionale è, per il momento, in linea con l’evoluzione attesa dalla banca centrale.

Asia e petrolio, primi effetti dell’epidemia di coronavirus sulla congiuntura. Anche se non del tutto imputabili all’agente patogeno, i dati che arrivano da Malesia, Vietnam e Taiwan danno un primo segnale di quello che potremmo trovarci a commentare tra qualche settimana. In Vietnam le esportazioni a gennaio sono crollate del 6%. In Thailandia il calo di turisti potrebbe, secondo fonti del governo, portare la crescita nel primo trimestre a meno di 1 punto percentuale. Anche il governo di Taiwan rivede al ribasso le stime di crescita, tagliandole di quasi mezzo punto, da 2.72% a 2.37%.

L’EIA ha rivisto la previsione sulla domanda di petrolio nel primo trimestre del 2020 a 100.3 milioni di barili/giorno. Quasi un milione di barili in meno rispetto alla precedente stima. Il blocco dell’economia cinese dovuto al coronavirus si farà sentire, secondo l’agenzia americana, anche sulla domanda annua, che crescerà solo di 1 milione di barili/giorno, contro 1,5 milioni stimati in precedenza. Anche l’OPEC, l’organizzazione dei produttori di petrolio, è sulla stessa linea di previsione.

India, produzione industriale giù a dicembre 2019. La produzione industriale indiana scende dello 0.3% su base annua nell’ultimo mese del 2019. Alla base della contrazione la forte frenata del manifatturiero (-1.2% su base mensile). Intanto accelera l’inflazione che tocca quota 7.59% dal 7.35% precedente. Si tratta del sesto mese di rialzo consecutivo che fa raggiungere al livello dei prezzi valori del 2014.

Foto di Gerd Altmann

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