BCE alle manovre d’autunno, giù i tassi e spunta il tiering

Nella riunione di settimana prossima, la BCE darà il via alla nuova fase di espansione monetaria. Secondo i rumors, tra gli strumenti attesi, spunterebbe anche il tiering. Intanto in Germania i tassi negativi preoccupano i risparmiatori.

Andiamo con ordine. Dopo l’annuncio di metà estate da parte del governatore della BCE Mario Draghi, la riunione della banca centrale europea in programma il prossimo 12 settembre dovrebbe passare all’azione.

Secondo l’agenzia Reuters, che cita fonti vicine all’istituto di Francoforte, il board starebbe preparando un intervento diretto sui tassi di interesse, quindi una loro riduzione, ed un rafforzamento temporale della guidance sui tassi, quindi un impegno a mantenerli bassi per molto tempo. La discussione (ancora in corso), sottolineano le fonti citate da Reuters, tenderebbe – per il momento – ad escludere un piano di riacquisto di titoli (il Q.E.), vista l’opposizione di alcuni paesi del nord. Infine, sarebbe prevista l’introduzione del tiering.

Cos’è il tiering? Innanzitutto occorre ricordare come tutte le banche dell’eurozona oltre a depositare una quota obbligatoria di strumenti di liquidità presso la Banca Centrale, sfruttano la BCE per parcheggiare la liquidità in eccesso. Una pratica fin troppo utilizzata, visto che la liquidità depositata, oltre i limiti obbligatori, ammonta a circa 2 trilioni di euro. In presenza di tassi negativi, però, questi depositi si sono trasformati in un costo per le banche. Qualcosa come 7,5 miliardi di euro che le banche versano alla BCE, pari al tasso negativo dello 0,40% applicato attualmente sui depositi eccedenti la parte obbligatoria. Un costo che appesantisce i bilanci delle banche e le “costringe” ad aumentare gli spread sui prestiti per bilanciare i flussi.

Il tiering agisce proprio su questo punto e servirebbe a concedere alle banche di non pagare l’interesse negativo, riducendo così il costo che una politica monetaria ultra espansiva ha sui bilanci degli istituti di credito; allentando le pressioni sul costo dei prestiti a breve termine e, negli intenti, accelerando la trasmissione della politica monetaria nel sistema. In concreto tale meccanismo potrebbe essere applicato solo per una somma pari ad un multiplo della riserva obbligatoria (che è già a tasso zero), mantenendo il tasso negativo sulla quota eccedente. Opzione, questa, che andrebbe a penalizzare paesi ed istituti che tendono a depositare molto più dell’obbligatorio (Francia e Germania in primis). Il tiering non è una novità assoluta, è già utilizzato da diverse altre banche centrali, come ad esempio Svizzera e Giappone.

Ma la questione dei tassi negativi sta diventando un problema anche per i risparmiatori, ed in particolare per quelli che ricorrono alla liquidità remunerata. La discussione è particolarmente viva in Germania dove, lo ricordiamo, si riscontrano tassi negativi sui titoli di stato fino a scadenze trentennali. “Frau Merkel, salva i nostri risparmi!” titolava il 26 agosto scorso la Bild, a conferma delle preoccupazioni dei risparmiatori teutonici sui 2,4 trilioni di euro depositati nei conti tedeschi. L’ipotesi su cui spingono alcuni politici tedeschi ( Markus Söder, il governatore della ricca Baviera in primis) è quella di un divieto per legge di applicare tassi negativi sui depositi al di sotto dei 100 mila euro. La proposta, accolta anche dal ministro dell’economia Olaf Scholz, non sembra entusiasmare la BCE e nemmeno le banche, preoccupate che tale manovra possa minare i propri bilanci. Ma l’adozione del tiering potrebbe aprire un varco all’imposizione legislativa di un divieto di rendimenti negativi sui depositi sotto una determinata soglia.

L’arma dei tassi negativi necessita di misure che la rendano di veloce propagazione. Si deve evitare, però, che da stimolo alla domanda si trasformi in ecatombe dei risparmi.

Foto di Bruno Glätsch

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