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Azionario. C’è spazio per un rally di Natale?

A guardare le statistiche stagionali si può dire che il mese di dicembre si è storicamente ben comportato sui listini azionari. A Wall Street, dal 1950 ad oggi, è il mese con il miglior rendimento ed a beneficiarne, in particolare, è stato il DJ Industrial Average. Quest’anno c’è spazio per un rally di Natale?

A guardare i numeri, dicembre 2018 si è aperto sotto i migliori auspici. L’annuncio di una tregua nella guerra commerciale tra Cina ed USA sembra aver infuso un certo ottimismo sui listini. Il DJ Industrial Average ha chiuso il primo lunedì del mese con un +1.15% mentre lo S&P500 ha messo a segno la miglior apertura dicembrina dal 2010. Ma la faccenda dazi non sembra essere l’unica nota positiva in grado di trascinare i listini verso un rally di Natale. Tra gli analisti si è fatta largo l’idea che anche la FED abbia ammorbidito la propria posizione e questo potrebbe voler dire che, dopo il rialzo di fine anno, si muova a posizioni più attendiste, evitando di specificare ulteriori tappe nella marcia al rialzo dei tassi. Infine, anche i risultati delle elezioni di midterm, che si sono chiuse con un sostanziale pareggio, sembrano aver soddisfatto i mercati.

Se storicamente e tecnicamente  il rally di Natale è un brevissimo periodo che si sviluppa tra la settimana antecedente e quella successiva al 25 dicembre, è altrettanto vero che tutto il mese di dicembre, almeno dal 1950 ad oggi, ha sempre dato buone soddisfazioni agli investitori di Wall Street. Per riflesso, anche le borse europee potrebbero farsi trascinare in un recupero di fine anno. Su tutto aleggiano comunque alcune incertezze che, se confermate, potrebbero mettere a rischio il rally di Natale.

Tutto si appoggia sulle aspettative di un’economia americana ancora in salute, magari leggermente più lenta nella crescita, ma pur sempre orientata a salire. Qualsiasi dato che arrivasse da qui a fine anno e che si contrapponesse a questa visione, potrebbe causare guai ai listini. Vendite natalizie sotto le attese, un aumento eccessivo dei prezzi, un cambio di posizione dell’amministrazione Trump nei confronti della Cina (ne abbiamo visti tanti in questi mesi), una Fed che acceleri la stretta monetaria. Restano inoltre sul tappeto i “problemi” del settore tecnologico, le cui big companies sono alle prese con crisi di vario genere e segnali di rallentamento.  Anche un fallimento della trattativa tra Italia ed Europa potrebbe scombussolare le carte e rendere il Natale un po’ meno dolce ai listini azionari.

Ad oggi possiamo dire che, tecnicamente, su DJ e S&P500 sembrano esserci le possibilità per un dicembre positivo, molti più dubbi, invece, sul Nasdaq. La volatilità potrebbe trovare terreno più fertile sulle borse europee tra attese su mosse BCE e trattativa Italia-Europa.

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