Avversione al rischio o avversione alla perdita?

Il comportamento degli individui di fronte ad una scelta rischiosa ha più a che fare con l’avversione alla perdita che con l’avversione al rischio. Questa sottile, ma decisiva, differenza può portare un investitore a fare scelte non coerenti con i propri obiettivi.

Partiamo da due esempi. Immaginiamo di entrare in un grande magazzino. Improvvisamente squillano le trombe, un’avvenente commessa si avvicina e ci comunica che siamo il milionesimo visitatore. Per questo motivo il grande magazzino ha deciso di premiarci; 80 mila euro subito oppure la possibilità di estrarre una pallina dalla borsa che ci porge la commessa. Nella borsa ci sono 10 palline, 8 bianche e 2 nere. Se estrarremo una pallina nera vinceremo 150 mila euro, se uscirà una pallina bianca potremo solo assaggiare un delizioso gelato, offerto dalla direzione. Che scelta fareste?

Adesso cambiamo radicalmente scenario. Siamo sul ponte di una barca che sta affondando. Di soccorsi nemmeno l’ombra, solo una nave di pirati, i quali, abbordato il nostro relitto, ci dicono chiaramente che siamo spacciati. Allo stesso tempo ci fanno una proposta: pagateci 80 mila euro e sarete salvi, oppure scegliete un bastone da questa scatola; ce ne sono 8 lunghi e due corti: se scegliete uno dei bastoni corti ci dovrete dare 150 mila euro, se scegliete uno dei bastoni lunghi vi salveremo senza chiedervi niente in cambio. Cosa fareste in questo caso?

Questo tipo di domande, proposte a centinaia di risparmiatori, hanno fornito un risultato che potrebbe apparire sorprendete. Nella maggioranza dei casi il risparmiatore non accetta l’offerta del grande magazzino, preferendo intascare la cifra certa, mentre è più predisposto a tentare la sorte di fronte ai pirati? Perchè tutto ciò? Le probabilità di vincere la scommessa sono esattamente identiche, quello che cambia è il contesto. Nel primo caso la placida atmosfera di un grande magazzino, nel secondo caso l’acqua alla gola di un rischio imminente sulla nostra vita.

Tutto questo dimostra come le persone sia molto più sensibili all’avversione alla perdita rispetto all’avversione al rischio. Si è poco propensi ad accettare una scommessa per diventare ricchi ma si è assolutamente pronti ad accettare una scommessa per evitare di finire in povertà.

Come può influire tutto questo sul destino dei nostri risparmi? Basta fare un semplice esempio. Immaginiamo che allo sportello bancario un gentile consulente vi dica che la vostra posizione, fatta al 100% di liquidità, è troppo conservativa e che investendo una parte dei vostri risparmi in azioni, avrete la possibilità di incassare rendimenti molto più interessanti. La vostra risposta sarà quasi certamente un no. Lo scenario è quello del grande magazzino.

Ma mettiamola diversamente, immaginiamo che il consulente questa volta vi faccia vedere il grafico dell’inflazione attesa nei prossimi 10 anni e vi mostri come il rendimento della vostra liquidità sia, alla fine, negativo. Insomma lasciare i soldi in liquidità ridurrà nel tempo il vostro capitale. Per evitare tutto ciò occorre aggiungere una piccola parte, giusto il necessario, di investimenti in azioni. In questo caso è molto probabile che iniziate a pensarci su. Il rischio di perdere denaro fa scattare un ragionamento più articolato. In questo caso l’avversione alla perdita stimola un percorso virtuoso, che mira a salvaguardare nel lungo periodo il potere d’acquisto del capitale risparmiato.

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