Metti guerra commerciale, togli guerra commerciale

Sulle borse mondiali continua ad aleggiare da alcune settimane lo spettro di una guerra commerciale. Dopo i dazi su alluminio ed acciaio introdotti dall’amministrazione Trump  si è andato delineando uno scontro diretto tra USA e Cina. Questo ha generato ansia sui mercati azionari.

Dal primo annuncio sui dazi ad oggi l’obiettivo della presidenza Trump si è andato lentamente definendo, individuando nella Cina il bersaglio grosso da colpire. Da parte sua, Pechino ha risposto con una iniziale freddezza, arrivando poi ad una risposta minimale (l’imposizione di un balzello del 25% su 128 prodotti made in USA) ed una richiesta alla Casa Bianca di addivenire a più miti consigli.

Nel frattempo i mercati prima hanno gridato alla guerra commerciale  e poi sono tornati a sorridere notando i toni soft da parte della Cina.

Ma la vicenda era appena cominiciate ed il secondo round ha visto Trump buttare sul tavolo una lista di 1300 prodotti tlc, hi-tech e aerospazio cinesi su cui scatenare una nuova raffica di imposte. Apriti cielo. Le Borse tornano a gridare alla guerra commerciale salvo poi scoprire (cronaca odierna) che in realtà siamo solo alle scaramucce prebelliche e che in fondo, da entrambe le parti, c’è ampia voglia di dialogo.

Peter Navarro, consigliere del presidente per il commercio estero ha dichiarato che: “non è solo una tattica per la trattativa. Siamo pronti ad ascoltare i cinesi, ma siamo pronti ad agire realisticamente”.  “Nelle circostanze attuali è impossibile avviare negoziati commerciali e gli attriti sono responsabilità degli Usa”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Geng Shuang.  Nella realtà le richieste di un passo indietro da parte del presidente Trump sarebbero in considerevole aumento e nemmeno la Cina avrebbe troppa voglia di invischiarsi in un conflitto a colpi da dazi.

Se da un lato i dazi di Trump colpirebbero qualcosa come 150 miliardi di dollari di esportazioni cinesi, dall’altro lato occorre sempre ricordare che la Cina manovra qualcosa come 1.200 miliardi di dollari di debito pubblico USA con le implicazioni che ben riassume Maurizio Ricci su Repubblica.

Argomenti pesanti da entrambe le parti e che non lasciano tranquille le borse, impegnate da giorni in un metti guerra commerciale, togli guerra commerciale che ha reso i grafici di Wall Street degli ottovolanti.

 

DowJones- S&P500 da inizio 2018 – Fonte: Yahoo Finance

 

 

Gli ultimi articoli di Ekonomia.it direttamente nella tua casella mail. Iscriviti qui sotto.
I dati trasmessi attraverso questo modulo sono trattati secondo la nostra privacy policy, in linea con la normativa vigente. Per nessun motivo verranno ceduti a terze parti o utilizzati per l'invio di messaggi di natura commerciale.