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Stati Uniti, inflazione sale meno delle attese a maggio e aumenta pressione sulla FED

A maggio l’inflazione negli Stati Uniti è cresciuta meno delle attese. L’effetto dazi non si è materializzato e ora la pressione sulla FED aumenta.

Nel mese di maggio l’inflazione negli Stati Uniti rimane sostanzialmente stabile su base tendenziale, mentre su base mensile registra un’inattesa frenata. L’indice generale sale al 2,4% dal 2,3% del mese precedente, un decimo in meno rispetto alle attese del mercato. Su base mensile la variazione è dello 0,1%, in rallentamento rispetto al mese precedente e un decimo in meno delle attese.

La variazione della componente core si conferma al 2,8%, mentre le attese erano per un rialzo di un decimo. Su base mensile, invece, i prezzi al consumo al netto della componente più volatile sono cresciuti dello 0,2% contro attese di un incremento dello 0,3%.

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Analizzando le varie voci si osserva: un ulteriore calo della componente energia; un rallentamento dei costi di abitazione; una crescita praticamente nulla della componente super core servizi (+0,06% su base mensile).

Di fatto l’effetto dazi non sembra per il momento esserci, anche se bisogna ricordare tre cose: il maxi anticipo delle importazioni dalla Cina di marzo ha di fatto annullato l’effetto dazi da quel paese; per il resto vige al momento solo la tariffa base del 10%; le aziende hanno preferito comprimere i margini in attesa di un quadro più chiaro della situazione. Detto ciò, la palla passa alla FED. L’ipotesi base è che si decida ancora di attendere, ma le pressioni – non solo politiche – aumenteranno notevolmente nelle prossime settimane.

Giappone, prezzi alla produzione tornano a scendere a maggio.

Nel mese di maggio l’indice dei prezzi alla produzione giapponese ha registrato una variazione mensile del -0,2%. Si tratta del primo calo da agosto dello scorso anno. Su base tendenziale si registra il 51° mese consecutivo di inflazione, ma il ritmo cala al 3,2%, minimo da settembre del 2024 e secondo mese consecutivo di frenata.

Stati Uniti, stabile tasso sui mutui trentennali, tornano a crescere le richieste.

Il tasso medio sui mutui trentennali negli Stati Uniti sale al 6,93% nell’ultimo rilevamento dell’MBA. Il dato è un decimo sopra il riferimento precedente ma in flessione rispetto al picco di inizio anno. Salgono anche le richieste. La scorsa settimana sono state il 12,5% in più su base settimanale, miglior risultato da inizio aprile scorso.

Foto di Michael Kauer

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