Giappone, bilancia commerciale paga Omicron e inflazione

Nel mese di gennaio la bilancia commerciale del Giappone registra un deficit record, tra domanda estera in calo e costi delle materie prime in salita. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Giappone, bilancia commerciale paga Omicron e inflazione. Nel mese di gennaio la bilancia commerciale giapponese registra un ampiamento del deficit che tocca quota 2.19 miliardi di yen, il valore più alto dal gennaio del 2014. A contribuire al risultato finale sono stati da un lato gli effetti della variante Omicron sulla domanda estera, con le esportazioni salite “solo” del 9.6%; dall’altro i prezzi delle materie prime e dell’energia che fanno schizzare verso l’alto i valori delle importazioni (+39.6% su base annua).

Australia, stabile la disoccupazione in gennaio. Nel mese di gennaio il tasso di disoccupazione in Australia si è confermato al 4.2%, con una variazione degli occupati di quasi 13 mila unità in più ed un tasso di partecipazione che ha guadagnato un decimo rispetto a dicembre, al 66.2% (massimo a sette mesi).

USA, mercato del lavoro. Continua a rimanere stabile la situazione sul fronte dei sussidi di disoccupazione. Le richieste settimanali sono salite a 248 mila la scorsa settimana, mantenendosi abbondantemente sotto il massimo a tre mesi. La media a 4 settimane si ferma a 243 mila, 10 mila in meno di quindici giorni fa. Infine il dato sui sussidi continuativi: terza settimana di calo consecutivo, il dato è ora sotto 1,6 milioni.

USA, nuovi cantieri residenziali a gennaio. Nel mese di gennaio i nuovi cantieri residenziali negli USA sono scesi del 4.1% rispetto al mese precedente, la peggior variazione dal luglio scorso. Crescono, ma a ritmo molto più lento dei mesi precedenti, i permessi edilizi rilasciati: +0.7% su dicembre. Il dato relativo all’apertura dei cantieri è normalmente più basso nei mesi invernali, ma in questo frangente non si possono ignorare i problemi legati alla difficoltà di reperire manodopera, al rincaro delle materie prime, ai prezzi molto alti delle abitazioni ed al prossimo aumento dei tassi di interesse (i tassi dei mutui a 30 anni hanno toccato i massimi a tre anni). Un recente sondaggio dell’associazione dei costruttori edili ha registrato livelli di ottimismo molto bassi tra le imprese. Anche la percentuale di cittadini intenzionati ad acquistare una casa è scesa ai minimi storici nell’ultimo periodo.

USA, Philly Fed di febbraio. L’indice dell’attività manifatturiera nell’area di Philadelphia scende nel mese di febbraio a quota 16, quattro punti peggio delle attese. Le componenti del sondaggio mostrano un rallentamento nella crescita ma non un’inversione di tendenza. Così frena la crescita per ordini e produzione, mentre continua robusta quella dell’occupazione. Sul fronte dei prezzi la pressione si mantiene alta, inflazione attesa al 5% (tre decimi in meno rispetto a novembre), salari in crescita del 5% nei prossimi 4 trimestri. Infine, le imprese si dicono comunque ottimiste sull’andamento dell’economia nei prossimi sei mesi.

Foto di kanenori

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