Cambiamenti climatici e sistema finanziario, nuovi numeri dalla BCE

I cambiamenti climatici possono minare anche la stabilità del sistema finanziario, una conseguenza che le banche centrali monitorano da qualche tempo e che è al centro della nuova ricerca effettuata dalla BCE.

Alluvioni, siccità, innalzamento del livello dei mari. Sono solo alcuni degli eventi che il surriscandamento globale produce e produrrà nei prossimi anni in maniera sempre più severa. Fermare, o quantomeno rallentare, questo processo catastrofico è il compito che i governi del mondo si sono dati negli ultimi anni.

Ma gli effetti dei cambiamenti climatici possono finire per scatenare anche un crisi del sistema finanziario. La distruzione di capitali dovuta ad eventi atmosferici estremi o l’impossibilità di proseguire attività umane in determinate zone del globo, mettono a rischio gli investimenti e possono esporre il sistema bancario a perdite pesantissime e, come estrema conseguenza, portare al collasso l’intero sistema finanziario.

A ribadirlo una volta di più è stata la BCE che nel suo ultimo, corposo, lavoro di studio sui rischi che i cambiamenti climatici pongono al settore finanziario snocciola dati a dir poco preoccupanti.

Il 30% dei prestiti erogati dalle banche dell’Eurozona è diretto ad aziende ed operatori economici situati in regioni a forte rischio climatico; esposti cioè a danni derivanti da inondazioni o incendi, oppure la cui attività produttiva potrebbe essere limitata o bloccata dall’innalzamento delle temperature, da prolungati periodi di siccità o dall’innalzamento del livello dei mari.

La situazione è naturalmente più delicata nelle aree che già presentano un clima più caldo. Nel sud dell’area euro ben il 18% delle attività produttive è situato in zone a forte rischio climatico. Per il sistema finanziario questo è un ulteriore campanello d’allarme. La BCE ci dice che in Grecia ben l’80% delle banche è esposta a rischi di questo tipo; il 40% in Spagna e Portogallo.

Il rapporto BCE ci ricorda, poi, come le garanzie sui prestiti erogati siano esse stesse, per la metà del totale, esposte ai rischi di eventi climatici estremi, trattandosi di beni fisici come impianti o edifici.

Ad aggiungere preoccupazione è la scarsa copertura assicurativa delle aziende rispetto ai rischi climatici. Nell’Eurozona solo un terzo dei potenziali danni è coperto da assicurazione, una percentuale che scende al 12% proprio nell’area a maggior rischio per il sistema bancario: la sponda mediterranea dell’Europa.

Foto di Hans Braxmeier

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