Eurozona, crescono i prezzi alla produzione. Australia, bene vendite al dettaglio a giugno.

Come segnalato anche dai PMI di ieri si registrano i primi movimenti sul fronte dei prezzi. Nell’Eurozona crescono i prezzi alla produzione, più di quanto previsto. In Australia, dove i tassi d’interesse rimangono fermi, buon dato dalle vendite al dettaglio di giugno. Questo ed altro nella nostra K Briefing di oggi.

Eurozona, crescono i prezzi alla produzione. E’ uno degli aspetti emersi dall’analisi dei dati PMI di ieri, i prezzi cominciano a muoversi. Nella zona euro, a giugno, quelli alla produzione sono cresciuti dello 0.7% rispetto al mese precedente, due decimali più delle attese. L’indice passa così dal 99.8 di maggio al 100.5 di giugno, primo rialzo da gennaio scorso. Su base tendenziale il trend è ancora discendente. Rispetto al giugno 2019 i prezzi alla produzione sono diminuiti del 3,7%, in recupero dal -5% di maggio e meglio di quanto si attendevano gli analisti. A trainare il risultato è soprattutto il rimbalzo dei prezzi dell’energia, +3.1% dal -1.6% di maggio.

Brasile, a giugno bene la produzione industriale. Il buon dato del PMI manifatturiero trova conferme nella produzione industriale brasiliana di giugno scorso. Il +8.9% su base mensile batte le attese di mercato e porta il gap rispetto a 12 mesi prima sotto il 10% (-9%, a maggio era -21%).

Australia, bene vendite al dettaglio. Banca centrale resta ferma. Giugno ancora con il segno più per le vendite al dettaglio australiane. Rispetto a maggio la crescita è stata del 2.7%, tre decimali sopra le attese. Crescita contenuta rispetto al +16.9% di maggio e guidata soprattutto dagli acquisti di abbigliamento e calzature (+20%), oltre ad un ritorno delle spese in ristoranti, bar e take away (+27%). Luglio potrebbe però presentare qualche brutta sorpresa vista l’incerta situazione legata al covid-19, con Melburne che ha da qualche giorno ha adottato la chiusura notturna dei locali. I dati di giugno, tra i quai spiccano la buona performance delle esportazioni e l’allargamento del surplus commerciale, sono tra gli elementi che la Banca Centrale australiana ha considerato nel decidere di mantenere allo 0.25% il tasso di riferimento. Allo stesso tempo la RBA ha annunciato di essere pronta all’acquisto di titoli a 3 anni per mantenerne il rendimento attorno allo 0.25%. La politica accomodante durerà ancora a lungo, con l’inflazione vista sostanzialmente sotto controllo ed oscillante nella banda tra il 2% ed il 3%.

USA, ordini all’industria e fiducia consumatori. In giugno sono saliti del 6.2% gli ordini all’industria americana, più del 5% atteso dagli analisti. Si tratta del secondo rialzo consecutivo dopo il +7.7% registrato a maggio. I beni durevoli esclusi quelli del settore difesa salgono del 9.5%, gli ordinativi escluso il settore trasporti crescono rispetto a maggio del 4.4%. Sul fronte della domana da segnalare la lettura di agosto dell’IBD/TIPP Economic Optimism Index. Americani ancora molto incerti e portati al pessimismo viste le difficoltà a mettere sotto controllo l’epidemia. L’indice rimane in zona negativa (46.6) per il quinto mese consecutivo. I rumors che arrivano da Washington e che vedono prossimo un accordo per rinnovare gli aiuti federali al reddito, rendono gli intervistati meno pessimisti sulle politiche centrali di sostegno.

Foto di S. Hermann & F. Richter

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