Dopo aver chiuso una delle peggiori settimane da due anni a questa parte, Wall Street ha trovato la via del rialzo ad inizio di ottava, producendosi in un rimbalzo da oltre due punti percentuali. Le cose per l’azionario USA non sembrano però mettersi bene, almeno stando alle ultime analisi uscite in questi giorni.
La media mobile a 200 dello S&P500
Abbiamo ricordato molte volte come, per lo S&P500 la soglia dei 2500 punti sia qualcosa di più di un salvagente, perdere quella quota può significare l’inizio di una caduta piuttosto pesante. In quella zona, infatti, si snoda la media a 200 giorni dell’indice americano, una media mobile che svolge funzioni di resistenza e che la scorsa settimana è stata saggiata per la prima volta dallo scivolone di inizio febbraio scorso. La reazione di ieri pare confermare una tenuta ma occorre notare come i volumi del 26/3 siano rimasti sotto la media, segno che gli investitori continuano a tenere un atteggiamento di assoluta prudenza.

La cara vecchia teoria di Dow
Qualcuno oltremanica si è preso la briga di rispolverare uno dei classici dell’analisi tecnica: la teoria di Dow. In particolare, secondo questa teoria, occorre valutare l’andamento del Dow Jones Industrial nei confronti del Dow Jones Trasportation. I due indici devono marciare nella stessa direzione, segnali di incoerenza – come quelli segnalati negli ultimi giorni – rappresenterebbero un campanello d’allarme per la salute dell’economia USA.

Le medie mobili dei singoli titoli
Michael O’Rourke, di JonesTrading, propone un altro dato interessante. Oltre la metà dei componenti del Dow Jones prezzano attualmente sotto la media a 200 giorni (non accadeva dal 2015) e allo stesso modo si sta comportando la metà dei titoli dello S&P500. Un segnale di “peggioramento tecnico” da non sottovalutare secondo O’Rourke.
Orso in arrivo?
I segnali di rischio non mancano ma la situazione attuale si sta dimostrando più complessa di quanto le analisi proposte sopra possano dire. Secondo alcuni analisti saremmo già, per l’Azionario USA, all’inizio di una fase ribassista ma la cosa non trova troppe conferme. L’impressione è che la lateralizzazione dei corsi azionari durerà per tutto il 2018, con gli investitori concentrati a capire cosa succederà nelle elezioni di Mid Term e quale sarà l’andamento dei prezzi al consumo (dato fondamentale per testare il piano Fed).