Nella lunga volata verso il 4 dicembre, data fissata per il Referendum Costituzionale, arrivano le prime – richieste o meno – prese di posizione extra-politiche. In un report Mediobanca sostiene che la vittoria del Si sarebbe un “catalizzatore positivo” per le multiutilities.
Il terreno è minato ma la notizia è particolarmente interessante e merita una citazione. Tra le riforme costituzionali oggetto del referendum del 4 dicembre quella del titolo quinto della Costituzione risulta tra le “economicamente” più rilevanti.
La riforma prevede, in sostanza, che alcune competenze ad oggi gestite dalle regioni (da sole o in concorrenza con lo stato) tornino a Roma. Tra le altre, tornerebbero sotto il controllo statale:
– produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell’energia;
– infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto e di navigazione di interesse nazionale e relative norme di sicurezza; porti e aeroporti civili, di interesse nazionale e internazionale
– determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; disposizioni generali e comuni per la tutela della salute, per le politiche sociali e per la sicurezza alimentare
Verrebbe inoltre introdotta una “clausola di supremazia” secondo la quale una legge statale – su proposta del Governo – può intervenire in materie di spettanza regionale quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica ovvero la tutela dell’interesse nazionale.
Per Mediobanca questa maggiore forza del governo centrale può avere importanti sviluppi nel settore delle multiutilies accelerando il loro consolidamento e la loro competitività. Giudicate voi.