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Stati Uniti, inflazione torna a crescere nel mese di giugno, ma meno delle attese

A giugno l’inflazione negli Stati Uniti sale ai massimi da febbraio scorso, ma la componente core cresce meno delle attese. Aumentano le possibilità di un taglio dei tassi a settembre. In Cina segnali di resilienza per l’economia.

L’effetto dei dazi ancora non si riflette sui prezzi al consumo statunitensi, ma la pressione sull’inflazione negli USA non accenna a diminuire. Nel mese di giugno, l’inflazione è salita al 2,7% su base annua, tre decimi in più rispetto al mese precedente, ma in linea con le attese. A incidere sul dato sono stati l’incremento dei prezzi dei carburanti (+1%) e l’aumento dei costi abitativi (+0,2%).

La componente core, invece, è aumentata di un solo decimo, attestandosi al 2,9%, un decimo al di sotto delle aspettative. Su base mensile, l’inflazione al netto delle componenti più volatili è cresciuta dello 0,2%, contro attese di +0,3%. Segnali di raffreddamento emergono per quanto riguarda l’inflazione nei servizi, con le tariffe aeree in calo del 3,5% su base annua.

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Un altro dato interessante: per il quinto mese consecutivo, l’inflazione è risultata inferiore alle attese del mercato. Nel complesso, i dati sull’inflazione di giugno negli Stati Uniti sembrano indicare un impatto ancora marginale dei dazi sui prezzi al consumo. Tuttavia, l’inflazione resta elevata, e questo potrebbe portare la FED ad attendere ancora, probabilmente lasciando passare l’estate prima di intervenire. Questo appare anche l’orientamento prevalente tra gli investitori.

Cina, segnali di resilienza per l’economia nel secondo trimestre.

Nel secondo trimestre del 2025, l’economia cinese è cresciuta dell’1,1% su base trimestrale, un decimo in meno rispetto al periodo precedente, ma due decimi sopra le attese del mercato. Su base annua, la crescita si è attestata al +5,2%, due decimi in meno rispetto ai due trimestri precedenti, ma ancora in linea con il target governativo. Si tratta comunque del peggior risultato dal terzo trimestre dello scorso anno.

Nel primo semestre, la Cina ha registrato una crescita del 5,3%, ma le incertezze internazionali e la debolezza della domanda interna potrebbero pesare sulla seconda metà dell’anno.

Nel frattempo, i dati macroeconomici continuano a mostrarsi contrastanti. La produzione industriale ha registrato un’accelerazione a giugno, con un +6,8% che ha superato le attese, toccando i massimi da marzo. L’output manifatturiero è cresciuto del 7,4%, con ben 36 dei 41 settori in espansione.

Di contro, le vendite al dettaglio sono aumentate del 4,8%, il peggior dato da febbraio e ben al di sotto delle attese. Su base mensile è tornato il segno negativo.

Deludente anche il dato sugli investimenti fissi: a giugno, la crescita annua è scesa al 2,8%, con il settore immobiliare che continua a registrare cali a doppia cifra.

Germania, fiducia investitori migliora anche a luglio.

Per il terzo mese consecutivo, l’indice ZEW sulla fiducia degli investitori tedeschi è salito, attestandosi a 52,7 punti: massimo da febbraio 2022 e quasi tre punti sopra le attese.

Nonostante il contesto incerto, due terzi degli intervistati prevedono una crescita dell’economia tedesca nei prossimi mesi. Le aspettative sono sostenute dai piani straordinari di investimento annunciati dal governo Merz, dalla speranza di una rapida conclusione della trattativa USA-UE sui dazi e da una politica monetaria più accomodante.

Migliora anche la percezione della situazione attuale, con l’indice relativo che sale a -59,5 punti, massimo da giugno 2023.

Eurozona, produzione industriale in accelerazione a giugno.

Torna a crescere la produzione industriale dell’area euro. A giugno, la variazione mensile è stata del +1,7%, meglio delle attese e secondo miglior risultato del 2025. Su base annua, la crescita è del 3,7%, sette decimi sopra le aspettative. Cresce l’output del settore energia e degli impianti, mentre resta in calo quello dei beni di consumo durevoli e intermedi.

Canada, inflazione in rialzo a giugno.

L’inflazione in Canada accelera a giugno, con la variazione annua che sale all’1,9%, in linea con le attese. La componente core aumenta di due decimi, al 2,7%, mentre l’inflazione trimmed mean (al netto delle variazioni più estreme) risale al 3%. Tutti dati coerenti con le aspettative.

Stati Uniti, indice Empire State di luglio.

Per la prima volta da febbraio, l’indice Empire State della Fed di New York torna in territorio positivo. A luglio, l’indicatore dell’attività manifatturiera sale a 5,5 punti, grazie all’aumento di nuovi ordini, spedizioni e occupazione.

Sul fronte dei prezzi, rimane elevata la pressione su quelli di input, mentre quelli di vendita registrano variazioni contenute. Il morale delle imprese resta positivo, con piani di investimento nuovamente in crescita.

Foto di Pexels

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