Il settore servizi in Cina torna in espansione, in UE rimbalza dal minimo di aprile

Ancora dati PMI di maggio. Oggi tocca al settore servizi che in Cina torna ad espandersi. Ad occidente il settore privato rimbalza dai minimi di aprile ma rimane molto distante dalla fatidica quota 50. Questo ed altro nella K Briefing di metà settimana.

Cina, settore servizi torna in espansione. Dopo il dato sulla manifattura, anche il PMI servizi rivede quota 50, spartiacque tra contrazione ed espansione economica. A maggio l’indice si arrampica fino a quota 55, dal 44.4 di aprile, spinto dal buon andamento della domanda interna. Ricordiamo che nel settore dei servizi sono compresi anche i trasporti, componente molto penalizzata nel corso del lockdown. Analizzando le altre voci del sondaggio si rintracciano alcuni elementi comuni al PMI manifatturiero. Occupazione ancora in contrazione e domanda estera ancora orientata alla discesa. Anche i prezzi di vendita rimangono in calo nel tentativo di irrobustire le vendite. Infine l’outlook degli operatori del settore servizi rimane positivo sul futuro dell’economia in Cina, anche se il dato è in leggera flessione rispetto ad aprile.

Australia, primo trimestre con segno meno. Per trovare un trimestre a crescita negativa occorre tornare al 2011. Sull’economia australiana pesano la stagione estiva ricca di incendi e l’epidemia di coronavirus. Il risultato è un -0.3% nel quale spicca il primo segno negativo dal 2008 dei consumi privati. La risposta governativa è sintetizzata in un +1.8% di spesa pubblica. Nel confronto annuo l’economia aussie rimane in crescita, +1.4%, in calo dal +2.2% di dicembre scorso.

Eurozona, settore servizi meglio a maggio. Il dato finale del PMI servizi di maggio fotografa un settore in ripresa ma ancora in fase di pesante contrazione. L’indice elaborato da IHS Markitt si ferma a 30.5, un passo avanti dai 12 punti di aprile ma ancora lontanissimo da quota 50. I segnali non sono incoraggianti, i nuovi ordini continuano a calare e con essi i livelli occupazionali. I prezzi rimangono orientati su un sentiero deflazionario. Migliora l’outlook degli operatori. A livello nazionale miglioramento sopra media per Germania e Francia, sotto media per Spagna ed Italia.

In definitiva il settore privato dell’eurozona prova a muoversi dai minimi toccati in aprile ma le difficoltà rimangono tante. Il PMI composite si ferma a 31.9 dal 13.6 di aprile.

Sempre nell’eurozona non sembra aver fine la caduta dei prezzi alla produzione, con l’energia a tirare il gruppo. A maggio è -4.5% annuo, -2% mensile. Siamo al peggior ribasso dal 2008.

Domani c’è la BCE e, stando alle voci, potrebbero essere messi sul piatto nuovi stimoli monetari.

UK, a maggio settore servizi rimbalza. PMI servizi meglio delle attese nel Regno Unito a maggio. Il dato definitivo mostra un rimbalzo dal mese orribile di aprile ma la lancetta non supera quota 30 (29 per la precisione), molto lontana da quota 50. In definitiva il settore privato continua a soffrire ma prova a riscuotersi dal torpore di aprile. All’orizzonte, però, nulla di tranquillizzante: si torna a parla dei Brexit e di no-deal.

USA, ADP anticipa dati lavoro a maggio. In attesa del report ufficiale di venerdì prossimo (previsioni parlano di 8 milioni di posti di lavoro in meno), il dato ADP da segnali di ottimismo. A maggio il sondaggio registra 2.76 milioni di posti di lavoro in meno, ampiamente sotto i 9 milioni attesi dagli analisti e quasi 9 volte meno del dato di aprile.

USA. Continua calo ordinativi, rimbalza settore servizi. L’ISM Non-Manufacturing PMI di maggio rimbalza dai minimi di aprile e si porta in zona 45.4. Anthony Nieves (ISM) spiega i risultati del sondaggio che vedono una stabilizzazione delle varie componenti (ordini, produzione, scorte e occupazione): da un lato continua ad esserci molta incertezza sull’evoluzione dell’epidemia negli USA; dall’altro lato le aziende iniziano a pensare, nel medio termine, a piani di riassunzione in vista di una ripresa economica. L’analogo sondaggio IHS Markit mostra dati simili: PMI servizi a 37.5 (da 26.7) e composite a 37 (da 27). Dati in miglioramento, meglio delle attese, ma ancora molto lontani dalla zona espansione.

Nel frattempo il mese di Aprile lascia in eredità un altro record storico. Gli ordinativi all’industria americana sono calati del 13% su base mensile. Senza il settore trasporti il calo è dell’8,5%. Male anche gli ordini di beni durevoli al netto del settore difesa (un indicatore della propensione all’investimento delle imprese); -16.6% rispetto a marzo.

Foto di David Schwarzenberg

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