La fase due per le banche? Accantonamenti. UK, ad aprile rallentano anche vendite online

Fase due anche per le banche, la parola d’ordine è accantonamenti. Soldi da mettere da parte per affrontare la possibile ondata di crediti inesigibili. Nel Regno Unito è aprile nero per il settore retail e si indebolisce anche il settore delle vendite online. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Banche, riserve per tempi difficili. La fase due per le banche significa aumentare gli accantonamenti per poter rispondere adeguatamente ad una possibile ondata di crediti non più esigibili. Così la spagnola Santander mette da parte 1,6 miliardi di euro con il totale delle provisions che sale a 3,9 miliardi di euro. HSBC riporta il livello degli accantonamenti a quote che non si vedevano da 10 anni, 3 miliardi di dollari messi da parte nel primo trimestre con ipotesi di perdite su crediti che potrebbero arrivare a 11 miliardi di dollari nel 2020. Operazioni corposa anche per Credit Suisse porta ad 1 miliardo di dollari il salvagente contro il credit loss (praticamente il doppio di quello che si attendevano gli analisti). 900 milioni di euro messi da parte anche da Unicredit, mentre Deutsche Bank aggiunge altri 500 milioni a riserve che sono ora ai massimi da 6 anni a questa parte. UBS, presentando i conti 2019, ha dichiarato che nei primi tre mesi del 2020 i costi per crediti non esigibili sono aumentati di 13 volte rispetto allo stesso periodo del 2019. Anche da queste mosse, prudenziali quanto si vuole, si capisce che i prossimi 6 mesi non saranno per nulla tranquilli.

Giappone, aumenta disoccupazione. A marzo la disoccupazione giapponese tocca quota 2,5%, in aumento rispetto al mese precedente ed in linea con le attese del mercato. Scende dello 0,2% la quota di lavoratori occupati. L’inflazione nipponica scende allo 0.1% su base annua.

UK, CBI distributive trades survey. Un aprile da incubo per il settore retail inglese. L’indice elaborato da CBI scende a -55, ben al di sotto delle attese (-40) e facendo registrare il nuovo minimo storico (il precedente era del dicembre 2008). 2/5 degli intervistati dichiara di aver dovuto chiudere completamente l’attività nel corso del lockdown. Più della metà degli intervistati ha registrato comunque limitazioni alla propria attività. Due punti interessanti da sottolineare. Il primo riguarda le aspettative, che sono nere anche per il prossimo mese. Il secondo aspetto riguarda le vendite online che rallentano registrando il secondo peggior risultato mensile di sempre (+8%). Il dato sulla crescita delle vendite online è atteso sotto media ancora per diversi mesi. Anche i prezzi dell’ecommerce scendono ed è la prima volta che succede da quando il sondaggio viene effettuato (2009).

Foto di Jakub Orisek

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