USA. Philly Fed sorride (a metà) in attesa del PMI

La settimana macro entra nel vivo. Ad aprire le danze è toccato all’indice Philly Fed e la sua “performance” ha sorpreso gli analisti pur nascondendo nelle sue componenti segnali niente affatto positivi. Di questo e di altro parla oggi la nostra K Briefing.

Dati macro USA. I dati sull’occupazione mostrano un aumento delle richieste di sussidio di disoccupazione, su base mensile, siamo ai massimi da giugno 2019. Il numero di chi ha fatto richiesta dei sussidi per la prima volta è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al dato precedente. Non sono dati disastrosi ma indicano che il rallentamento in atto ha avuto i primi, seppur marginali effetti, anche sul mercato del lavoro.

Assieme ai dati sui sussidi di disoccupazione è arrivato anche l’aggiornamento dell’indice Philly Fed. L’indicatore dello stato di salute dell’attività del settore manifatturiero nell’area economica di Philadelphia si porta a quota 10.4 dal 5.6 precedente e sopra il 7 atteso dagli analisti. Guardando alle componenti il dato però segnala cose molte interessanti. Migliora l’indice relativo alle condizione economica generale mentre arretra l’indice relativo all’occupazione e crolla quello relativo ai nuovi ordini. In sostanza gli intervistati mostrano scetticismo sui prossimi sei mesi per quel che riguarda nuovi ordini e livelli occupazionali. Ipotizzabile quindi che anche nel mese di novembre l’indice ISM manifatturiero si mostri debole. A confermare la situazione di debolezza dell’economia americana anche la lettura di ottobre dei leading indicators che scende per il terzo mese consecutivo.

Mercato immobiliare USA. Le vendite di case esistenti crescono in ottobre dell’1,9%, rimbalzando dal dato negativo di settembre.

Giappone. L’All Industries Activity Index segna un +1,5% nell’ultima rilevazione, contro lo 0 della precedente ed in linea con le attese degli analisti.

Tassi negativi. Per il sistema bancario tedesco il perdurare di tassi di interesse negativi (o molto bassi) rischia di ridurre ulteriormente i margini di redditività. Per questo motivo Moody’s decide di rivedere il suo outlook da stabile a negativo.

Singapore, economia rifiata. Il terzo trimestre ha visto la piccola economia asiatica crescere del 2,1% rispetto ai tre mesi precedenti, +0.6% il confronto annuo. Il dato è in linea con le attese.

Aste governativi. Cresce il rendimento dei titoli spagnoli a 10 anni. Nell’asta odierna si è fissato a 0.409%, contro il 0.295% dell’asta precedente. Aumenta anche quello dei titoli a 5 anni, da -0.199% a -0.106%. Andamento opposto per i titoli a 5 anni francesi che oggi in asta hanno visto ridurre ulteriormente il loro rendimento.

Fiduca consumatori UE. Recupera leggermente la fiducia dei consumatori a novembre, portandosi da -7.6 a -7.2, lievemente sopra le attese.

Sudafrica, tassi fermi. Rimane invariato al 6,50% il tasso di interesse di riferimento della Banca Centrale sudafricana. Un possibile taglio potrebbe essere alle viste a metà del prossimo anno. L’inflazione continua a scendere mentre Moody’s sta valutando se rivedere al ribasso il merito di credito del paese che sta sperimentando una crescita pericolosa del debito pubblico.

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Foto di brigitsnow

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