Come investire nel 2019? Quando un indice azionario segna una perdita di oltre 20 punti percentuali dall’ultimo massimo, si dice che tecnicamente siamo di fronte ad un mercato ribassista. Le borse mondiali hanno perso dall’ultimo massimo, quello di inizio 2018, una media di oltre il 17%, avvicinandosi concretamente ad uno scenario orso.
A questo si deve aggiungere l’andamento della curva dei tassi USA che, nelle ultime ore, ha visto scendere il differenziale tra rendimenti a 2 e a 10 anni a poco più di 10 punti base. L’inversione della curva sembra essere nell’aria e le dichiarazioni morbide della FED possono solo ritardare uno scenario che, per quanto si vede oggi, non può che essere ribassista. I mercati stanno scontando le attese di un periodo di raffreddamento della congiuntura mondiale, con profitti delle società in calo e sbuffate inflazionistiche. Tutto questo spinge gli investitori a porre mano all’interruttore risk on / risk off, riducendo l’esposizione a settori più volatili e rifugiandosi anche nella liquidità. Ne è conferma il dato USA con i titoli a brevissimo che rendono più delle azioni (non accadeva da 10 anni).
Cosa fare dunque? Come investire nel 2019? Proviamo a fare qualche considerazione.
Lungo periodo, azioni ma anche un po’ di tattica
In un ottica di lungo periodo (oltre i 5 anni), la più consona per l’investimento azionario, una correzione del mercato è più che normale. Ne abbiamo già parlato in questo post. Tenere la barra dritta (asset allocation e ribilanciamenti) attuando magari qualche vecchio insegnamento tattico legato al ciclo economico . Fare un turnover tra settori industriali (privilegiando i difensivi e gli anticiclici, le large cap alle small cap) ed aumentare, se possibile, la diversificazione geografica.
Scommesse di breve termine? Meglio aspettare
Se qualcuno volesse cimentarsi in qualche scommessa di breve termine (con una quota marginale del proprio patrimonio) si potrebbe ragionare sulle possibili soprese del nuovo anno. Il settore finanziario europeo, ad esempio, potrebbe beneficiare di un ritorno al rialzo dei tassi di interesse nella zona euro (la BCE per ora parla di metà anno) ma potrebbe soffrire parecchio nella prima parte dell’anno (Brexit ed elezioni UE). L’oro, per il momento, non sembra aver reagito alle sollecitazioni del ciclo economico, nel 2019 potrebbe andare meglio. Per le obbligazioni la discesa non sembra ancora finita e si attendono le mosse della FED ( 1 rialzo anzichè 2?) e della BCE.
Le variabili che pesano sul 2019 sono troppe ed inducono ad un atteggiamento attendista, almeno per la prima parte dell’anno. Sbrogliata la matassa Brexit e capito meglio dove andrà l’economia (PIL e trimestrali) si potrà iniziare a ragionare su quali saranno gli scenari più interessanti. Nel breve periodo la liquidità sembra una scelta di buon senso.
Il 2019 si staglia all’orizzonte come un anno denso di appuntamenti e decisamente frizzante sotto il punto di vista finanziario. Cercheremo di raccontarlo a partire dal 4 di gennaio. Ci prendiamo una piccola pausa. Buone feste!