Raccontavamo qualche giorno fa dell’improvvisa ondata di panico in Bulgaria, con relative code agli sportelli e successivo intervento delle autorità di vigilianza. Oggi Fitch ci avverte di un altro campanello d’allarme fatto suonare nella vicina Ungheria.
Venerdì scorso è stata approvata una legge che dice pressappoco così: “ le banche attive in Ungheria devono compensare i clienti che hanno sottoscritto in passato prestiti a tassi divenuti sfavorevoli“.
La legge ha l’intento di mitigare i nefasti effetti che la debolezza del fiorino, la moneta locale, sta procurando ai tantissimi prestiti in valuta straniera concessi nel biennio 2008-2009, quando i tassi di interesse erano molto bassi.
Fitch sottolinea come l’impatto di questa nuova legislazione sui bilanci delle banche possa essere molto pesante ed impone un intervento di ricapitalizzazione per mantenere i normali livelli di liquidità e di erogazione del credito.
L’agenzia di rating fa notare come, in aggiunta a questa nuova legge, le banche presenti in Ungheria dovranno sostenere pesanti costi per attuare il piano di riconversione dei prestiti in valuta nazionale
Nel giorno in cui Commerzbank sembra pronta a chiudere la vertenza con le autorità USA – per gli affari con aziende iraniane e sudanesi -con una multa da 500 milioni di euro (tonfo in borsa e trascinamento al ribasso dei listini azionari), un’altra preoccupazione per il fragilissimo sistema bancario internazionale.