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BCE lascia i tassi di interesse invariati, PIL Eurozona meglio delle attese nel terzo trimestre 2025

Come da attese la BCE lascia i tassi di interesse invariati nella riunione di ottobre 2025, citando inflazione in rallentamento e resilienza economica dell’area. Il PIL dell’Eurozona, infatti, è cresciuto più delle attese nel terzo trimestre. Tassi fermi anche in Giappone.

Come ampiamente atteso, la BCE lascia i tassi di interesse invariati nella riunione di ottobre 2025 e non segnala cambiamenti di atteggiamento a breve, ribadendo la volontà di prendere decisioni sulla base dei dati e “riunione per riunione”. Per il terzo mese consecutivo il tasso di riferimento per i rifinanziamenti rimane al 2,15% e quello sui depositi al 2%. La banca centrale motiva la decisione con il progressivo rallentamento dell’inflazione e la resilienza dell’economia rispetto alle tensioni internazionali.

Giappone, banca centrale lascia i tassi invariati a ottobre 2025.

La banca centrale del Giappone ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse, mantenendo il riferimento allo 0,5%. La scelta, in linea con le attese del mercato, è stata presa a maggioranza. Due membri del board, infatti, avrebbero preferito un rialzo dei tassi di 25 punti base. Il comunicato che ha accompagnato la decisione ha confermato la volontà della BoJ di aumentare i tassi se le condizioni macroeconomiche lo consentiranno. Per il momento, però, vince la prudenza e l’attesa delle prime mosse della nuova premier Sanae Takaichi.

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Eurozona, migliora fiducia settore privato a ottobre 2025.

L’Economic Sentiment Index dell’area Euro sale a ottobre 2025 a 96,8 punti, in miglioramento rispetto al mese precedente, sopra le attese e sui massimi da aprile del 2023. Il sondaggio registra miglioramenti in tutti i settori e in tutte le maggiori economie dell’area, ad eccezione della Spagna. Sul fronte dei prezzi si registra un calo per quel che riguarda l’aspettativa di inflazione, mentre sale per il secondo mese consecutivo la componente relativa ai prezzi di vendita attesi.

Eurozona, crescita nel terzo trimestre meglio delle attese e disoccupazione stabile.

Nel terzo trimestre del 2025 l’economia dell’area Euro ha registrato una crescita su base trimestrale dello 0,2%, un decimo in più rispetto al periodo precedente e alle attese. Su base tendenziale la crescita rallenta di due decimi, al +1,3%, ma rimane sopra le attese del mercato (+1,2%). Molto eterogenea la situazione a livello nazionale. La Spagna continua a fare meglio della media dell’area, grazie anche e soprattutto alla domanda interna. A sorpresa la Francia registra un +0,5% su base trimestrale, grazie alle esportazioni e alla tenuta dei consumi interni. La Germania, così come l’Italia, registrano una crescita congiunturale nulla a causa della debolezza di esportazioni e domanda interna.

A settembre, intanto, il mercato del lavoro si mostra tutto sommato stabile con il tasso di disoccupazione che rimane fermo al 6,3%, in linea con le attese. Sale, invece, il tasso di disoccupazione tra i giovani (14,4% da 14,3%).

Germania, inflazione cala leggermente a ottobre 2025.

L’inflazione annua in Germania è scesa leggermente al 2,3% in ottobre 2025 dal 2,4% di settembre, restando però sopra le attese del 2,2%. Il rallentamento riguarda soprattutto i beni, con prezzi in aumento dell’1,2% grazie a una forte disinflazione alimentare e a un’accelerazione della deflazione energetica, favorita da prezzi dei carburanti più bassi e ampie scorte di gas nell’UE. Al contrario, i servizi segnano un lieve aumento dell’inflazione al 3,5%, mantenendo l’inflazione di fondo elevata al 2,8%. Su base mensile, i prezzi al consumo crescono dello 0,3%. Leggera discesa anche per il tasso armonizzato che si ferma al 2,3%, in linea con le attese del mercato.

Spagna, inflazione accelera a ottobre 2025.

A ottobre 2025 l’inflazione in Spagna è salita al 3,1% su base annua, il livello più alto da giugno 2024 e sopra le attese fissate al 2,9%. L’aumento è stato trainato soprattutto dal rincaro dell’elettricità rispetto all’anno precedente e dai maggiori costi di trasporto, in particolare per voli e treni, mentre la benzina ha registrato un calo che ha attenuato parzialmente le pressioni sui prezzi. L’inflazione core, che esclude energia e alimentari, è salita al 2,5%, massimo da dieci mesi. L’indice armonizzato UE è aumentato del 3,2%. Su base mensile, i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,7%, dopo un calo dello 0,3% a settembre.

Foto di Ralph

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