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Azionario europeo, se Atene piange Sparta non ride

Il mercato azionario europeo perde appeal tra gli analisti che, sulla scia di quanto previsto per i listini azionari statunitensi, vedono nuvole grigie all’orizzonte.

La scorsa settimana ci siamo occupati delle previsioni sull’andamento nei prossimi mesi dello S&P500. Dopo mesi di rally, si diceva, molti analisti vedono le quotazioni del principale listino azionario statuntense in discesa. Ma se Atene piange, Sparta non ride. E così anche sul versante europeo le proiezioni per quel che riguarda il mercato azionario si sono fatte recentemente più incerte.

Nei mesi scorsi l’azionario europeo ha recitato la parte del protagonista principale sui mercati finanziari. Dalla fine di settembre dell’anno scorso lo Stoxx 600 ha messo assieme una performance del +21%. Nello stesso periodo, lo S&P500 ha portato a casa 9 punti percentuali in meno di guadagno. L’iniziale condizione di sottovalutazione figlia del lungo periodo pandemico, della crisi energetica e della guerra in Ucraina si è presto trasformata in opportunità di investimento. Successivamente lo sgonfiarsi dei problemi collegati alla supply chain, risultati aziendali in miglioramento ed una tenuta macroeconomica migliore delle attese hanno fatto il resto.

Ma le cose sembrano essere cambiate. Stando ai risultati del BofA European fund manager survey, il 53% degli intervistati prevede un marzo in frenata, a causa principalmente della politica monetaria restrittiva e del deteriorarsi dei conti aziendali. Anche allungando l’orizzonte temporale l’appeal del mercato azionario europeo sembra appannarsi. Secondo il sondaggio BofA la percentuale di chi prevede un rialzo nei prossimi 12 mesi è sceso dal 70% di gennaio al 55% di febbraio; non poca cosa.

Tra i timori che mettono in guardia gli investitori l’idea che la stretta monetaria in atto da parte della BCE non si sia ancora trasmessa al’economia reale e che quindi i prezzi delle azioni europei non stiano scontando completamente uno scenario compatibile con la prevista traiettoria del costo del denaro. Inoltre gli ultimi dati sull’inflazione sembrano far intendere che la spinta disinflazionistica che ha agito negli utlimi mesi si stia affievolendo, con il risultato di allontanare ulteriormente l’ending point della politica monetaria restrittiva BCE.

In questo contesto Milla Savova, strategist di BofA, prevede che lo scenario macro possa notevolmente deteriorarsi a partire dal secondo trimestre, quando gli effetti della politica monetaria toccheranno terra e le stime sui profitti aziendali inizieranno ad essere ritoccate verso il basso. Solo dall’ultimo trimestre dell’anno, sostiene Savova intervistata dall’agenzia Bloomberg, si potrà tornare a vedere uno Stoxx600 in salute.

Foto di Ahmad Ardity

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