A settembre 2025 l’inflazione negli Stati Uniti è salita al 3% su base annua, massimo da gennaio scorso, un decimo in più rispetto ad agosto ma leggermente sotto le attese del 3,1%.
I prezzi dell’energia sono aumentati del 2,8%, trainati da olio combustibile (+4,1%) e benzina (-0,5% contro -6,6% in agosto), mentre il gas naturale ha rallentato. I prezzi delle auto nuove (componente particolarmente monitorata per verificare gli effetti dei dazi) sono saliti leggermente, mentre si è registrato un rallentamento per alimentari, auto usate e servizi di trasporto.
L’inflazione core, al netto delle componenti più volatili, è scesa al 3% dal 3,1%; un decimo meglio delle attese. Su base mensile, l’indice CPI è cresciuto dello 0,3%, con il core index in aumento dello 0,2%.
Nel complesso si tratta di dati che danno un sostanziale via libera alla Fed per procedere con un nuovo taglio dei tassi; eventualmente mettendosi poi in attesa per capire cosa fare a dicembre, sperando che nel frattempo lo shutdown termini.
Sondaggi PMI, ottobre positivo per il settore privato dell’Eurozona.
Sondaggi PMI particolarmente positivi per l’Eurozona nella stima flash di ottobre 2025, mentre segnali di rallentamento si registrano per Giappone e India. Andiamo a vedere le principali aree economiche.
Australia. Settore privato che si conferma in zona espansione per il 13° mese consecutivo, con il PMI composite sostanzialmente stabile rispetto al mese scorso. Bene il settore servizi che accelera il ritmo di crescita e bilancia la frenata della manifattura. Per l’industria ad ottobre si torna in zona contrazione con un calo degli ordini e delle esportazioni. Continua la fase di crescita dell’occupazione, mentre per quel che riguarda i prezzi il sondaggio registra un allentamento della pressione sia su quelli di produzione che di vendita.
Giappone. Secondo mese di rallentamento consecutivo per il PMI composite giapponese. Ad ottobre l’indicatore scende a 50,9 punti, segnalando una fase di quasi stallo per il settore privato nipponico. Il settore servizi si indebolisce e registra il peggior risultato da quattro mesi a questa parte; la manifattura resta in zona contrazione per il quarto mese consecutivo e peggiora rispetto a settembre. Ordini in calo per la prima volta da quasi un anno e mezzo, mentre rallentano anche gli ordini arretrati ed il ritmo di crescita dell’occupazione. Sul fronte prezzi la pressione continua ad aumentare sia su quelli di produzione, sia su quelli di vendita.
India. Il settore privato indiano continua la sua fase di espansione ma il ritmo rallenta. A ottobre il PMI composite scivola sotto quota 60 (minimo da maggio scorso) e cala per il secondo mese consecutivo. In calo gli ordini, con la domanda estera che registra il ritmo di crescita più basso da marzo scorso. Anche l’occupazione sale con meno forza, mentre sul fronte dei prezzi la tendenza diverge tra produzione (in calo) e vendita (in aumento).
Eurozona. Lettura sicuramente positiva per l’area Euro in questa tornata di sondaggi PMI. Ad ottobre il settore privato è cresciuto oltre le attese, con l’indice composite che registra il miglior risultato dal maggio del 2024. Il settore servizi traina l’espansione, registrando il miglior risultato da un anno a questa parte, mentre la manifattura riesce ad evitare la zona contrazione e rimane agganciata a quota 50. Uno degli aspetti più interessanti e per certi versi sorprendenti è la crescita robusta della domanda interna, un movimento in grado di controbilanciare il calo degli ordini dall’estero. L’occupazione rimane stabile dopo qualche mese di calo, mentre sul fronte dei prezzi si registra un’accelerazione di quelli di vendita (massimo a sette mesi). A livello nazionale spicca il dato migliore delle attese della Germania (manifattura ancora leggermente sotto quota 50), mentre per la Francia la situazione si fa ancora più grigia, con il PMI composite che scivola a 46,8, 14° mese di contrazione consecutivo, minimo da febbraio scorso.
Gran Bretagna. Settore privato in zona espansione anche a ottobre in Gran Bretagna. L’indice composite risale a 51,1 punti dal minimo a quattro mesi registrato a settembre. Bene il settore servizi, mentre la manifattura rimane ancora in zona contrazione, seppur con un ritmo meno intenso rispetto al mese precedente. I nuovi ordini tornano a crescere, registrando il secondo miglior risultato a un anno. Sul fronte occupazione rallenta la perdita di posti di lavoro, mentre per quel che riguarda i prezzi si registra un ulteriore calo di quelli di produzione e una modesta risalita di quelli di vendita.
Giappone, inflazione risale a settembre 2025.
A settembre 2025 l’inflazione annuale in Giappone è salita al 2,9%, rispetto al 2,7% di agosto, interrompendo così una striscia di tre mesi di rallentamento consecutivi. L’aumento è stato trainato dalla crescita dei prezzi dell’elettricità (+3,2%) e del gas (+1,6%), dopo la fine delle misure governative temporanee. Gli aumenti hanno riguardato la maggior parte delle categorie, tra cui abitazione, abbigliamento, trasporti, articoli domestici, sanità, tempo libero e comunicazioni, mentre l’istruzione ha registrato un ulteriore calo (-5,6%). I prezzi alimentari sono cresciuti del 6,7%, in rallentamento rispetto ad agosto, grazie al contenimento dei costi del riso. L’inflazione core è salita al 2,9%, in linea con le attese ma due decimi sopra il dato precedente.
Regno Unito, a sopresa vendite al dettaglio in crescita a settembre 2025.
A settembre 2025 le vendite al dettaglio nel Regno Unito sono aumentate dello 0,5% rispetto ad agosto, superando le previsioni di un calo dello 0,2%. Si tratta del quarto incremento mensile consecutivo, con i volumi ai massimi da luglio 2022. La crescita è stata trainata dai negozi non alimentari (+0,9%), in particolare quelli di abbigliamento, e dai rivenditori online. Le vendite trimestrali sono salite dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e dell’1% su base annua, favorite dal buon clima estivo. Le vendite online sono aumentate dell’1,4% mensile e del 5,6% annuo, proseguendo la crescita per l’ottavo mese consecutivo. Bene anche le vendite in negozio che registrano il maggior livello dal febbraio del 2022.
Stati Uniti, indice fiducia consumatori Michigan di ottobre rivisto al ribasso.
L’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan per gli Stati Uniti è stato rivisto al ribasso a 53,6 in ottobre 2025, rispetto alla stima preliminare di 55 e ai 55,1 di settembre, segnando il livello più basso in cinque mesi. Sia le condizioni attuali (58,6 contro 61) sia le aspettative (50,3 contro 51,2) sono peggiorate. Le aspettative d’inflazione a un anno sono scese al 4,6% (da 4,7%), mentre quelle a cinque anni sono salite al 3,9% (da 3,7%).
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