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Cina, ad agosto economia rallenta e crescono aspettative nuovi stimoli fiscali

In Cina ad agosto l’economia ha registrato numeri inferiori alle attese ed in rallentamento rispetto al mese precedente. Settore immobiliare ancora in piena crisi. Aumentano aspettative di un nuovo pacchetto di stimoli fiscali.

Nel mese di agosto l’economia cinese ha registrato numeri inferiori alle attese ed in rallentamento rispetto al mese precedente. La produzione industriale ha registrato una crescita su base annua del 5,2%, cinque decimi sotto il riferimento precedente e sei in meno delle attese; si tratta del peggior dato dall’agosto del 2024. A frenare è soprattutto la produzione manifatturiera, penalizzata sia da una domanda interna che si mantiene debole, sia da una incertezza sul fronte dazi che riduce l’export. Va registrato che comunque 31 industre su 41 registrano una crescita della produzione e tra queste ci sono il settore auto e quello dei computer e delle comunicazioni. L’output del settore estrattivo continua ad accelerare registrando un +5,1% su base annua.

Come accennato, la domanda interna continua a rimanere debole. Le vendite al dettaglio nel mese di agosto sono cresciute del 3,4% su base annua, quattro decimi in meno delle attese e tre in meno rispetto a luglio; è il peggior dato dal novembre dello scorso anno e il terzo mese di rallentamento consecutivo. I cali più significativi si registrano per il comparto alimentare e per l’arredamento.

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Sempre in agosto la disoccupazione sale al 5,3%, massimo da febbraio scorso, mentre gli investimenti fissi sono cresciuti da inizio anno solo dello 0,5%. Per trovare un dato peggiore occorre tornare indietro fino ad agosto del 2020. Si tratta del quinto mese di rallentamento consecutivo, con il settore immobiliare che registra un -12,9% da gennaio, a riprova che la crisi del mattone in Cina è ancora ben distante dall’essere risolta.

Con questi numeri, e vista l’indisponibilità attuale della banca centrale ad intervenire, gli analisi si aspettano con sempre maggior convinzione una nuova tornata di stimoli fiscali nei prossimi mesi.

India, numeri in calo ad agosto per la bilancia commerciale.

Nel mese di agosto il valore delle importazioni indiane è sceso di oltre 10 punti percentuali su base annua, complice un netto calo dei prezzi della componente energia. Nello stesso periodo le esportazioni sono salite del 6,7% su base annua, ma in calo di oltre due miliardi di dollari rispetto al mese precedente. I dazi statunitensi per il momento non sembrano pesare più di tanto, la bilancia commerciale rimane in deficit a poco più di 26 miliardi di dollari.

Eurozona, a luglio 2025 sale surplus bilancia commerciale.

Nel luglio 2025 il surplus commerciale dell’area euro è sceso a €12,4 miliardi, da €18,5 miliardi un anno prima, ma sopra le attese di €11,7 miliardi. Il saldo con gli Stati Uniti si è ridotto a €11,2 miliardi, a causa dell’aumento delle importazioni (+11,3%) e del calo delle esportazioni (-4,5%), riflettendo l’incertezza sui dazi. Le importazioni totali sono cresciute del 3,1% a €239,1 miliardi, spinte da alimentari, chimici e macchinari. Le esportazioni sono salite dello 0,4% a €251,5 miliardi (in rallentamento rispetto al mese precedente), grazie a alimentari e macchinari, ma penalizzate da materie prime, carburanti e chimici. Crescite verso UK, Svizzera e Turchia hanno compensato il calo verso la Cina.

Stati Uniti, indice Empire State di settembre.

A settembre l’attività manifatturiera nello Stato di New York è calata, secondo l’Empire State Manufacturing Survey. L’indice generale delle condizioni di business è sceso di 21 punti a -8,7, primo valore negativo da giugno. Nuovi ordini (-19,6) e spedizioni (-17,3) hanno registrato forti contrazioni, ai livelli più bassi da aprile 2024. Gli ordini inevasi sono diminuiti e le scorte hanno continuato a ridursi (-4,9). I tempi di consegna sono rimasti stabili, ma la disponibilità di forniture si è deteriorata (-8,8). L’occupazione è rimasta invariata, mentre la settimana lavorativa media si è accorciata (-5,1). L’aumento dei prezzi di input si è attenuato, pur restando elevato (46,1), mentre i prezzi di vendita sono cresciuti moderatamente (21,6). Le prospettive future indicano un lieve miglioramento (14,8), con attese di ripresa per ordini e spedizioni, ma ottimismo contenuto. Le previsioni sull’occupazione restano deboli e i piani di spesa in conto capitale rimangono fiacchi.

Foto di Gaston Laborde

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