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L’elettrificazione è il cuore della transizione energetica (e le econome occidentali sono in ritardo)

Il nuovo rapporto di Ember sottolinea il ruolo centrale dell’elettrificazione nella transizione energetica. E su questo le grandi economie occidentali stanno arrancando.

Generare elettricità da fonti rinnovabili è fondamentale ma non basta. Una nuova ricerca di Ember, intitolato “The Electrification Imperative”, suggerisce che il vero cambio di passo non sarà solo nella produzione, ma soprattutto nel modo in cui usiamo l’energia.

Nel suo rapporto, Ember descrive due “corse” parallele nella transizione energetica: da una parte quella verso le rinnovabili, dall’altra quella verso l’elettrificazione. Entrambe sono fondamentali, ma troppo spesso l’attenzione si concentra solo sulla prima. Eppure, come dimostrano i dati, è proprio il passaggio ai consumi elettrici che può darci i risultati più immediati e profondi.

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Pensiamo ai trasporti, al riscaldamento delle case, all’industria: settori che oggi dipendono in larga parte da gas e petrolio. Secondo Ember, elettrificare queste componenti può ridurre fino al 60% l’impiego di combustibili fossili e coprire il 75% delle importazioni energetiche nei paesi sviluppati.

Un dato sorprendente riguarda il mercato delle tecnologie elettriche. Le vendite globali di veicoli elettrici, pompe di calore e apparecchi elettrici già oggi generano tre volte i ricavi rispetto al mercato solare ed eolico. E secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, questa differenza potrebbe salire fino a otto volte entro il 2035.

Questo significa che chi investe in elettrificazione non sta solo contribuendo alla transizione ecologica, ma entra anche in un mercato in piena espansione, con prospettive economiche estremamente promettenti.

Un altro punto chiave del report è il confronto tra le grandi potenze economiche. La Cina ha aumentato il proprio tasso di elettrificazione di 10 punti percentuali ogni dieci anni, mentre USA ed Europa sono praticamente ferme da oltre 15 anni, con un livello medio intorno al 20%. Ma nelle pieghe dei dati il gap tra le economie occidentali e quelle emergenti dell’Asia si fa ancora più emblematico: paesi come il Vietnam e il Bangladesh stanno aumentando il proprio tasso di elettrificazione a ritmi ben più alti degli Stati Uniti.

Questi dati dovrebbero far riflettere, soprattutto se si considerano alcune scelte politiche che tendono a penalizzare le nuove tecnologie green. Non si tratta solo di ecologia, ma di competitività industriale: chi guida l’elettrificazione oggi, dominerà i mercati tecnologici di domani.

Oltre alle grandi strategie, l’elettrificazione ha un impatto diretto anche nella vita quotidiana. Le pompe di calore, ad esempio, sono fino a quattro volte più efficienti rispetto alle caldaie a gas. I veicoli elettrici hanno costi di esercizio più bassi e richiedono meno manutenzione. A livello macro, una maggiore elettrificazione porta a una riduzione del 40% della domanda totale di energia, proprio grazie all’efficienza delle tecnologie elettriche. Investimenti pubblici mirati su questi temi (non regolamenti e divieti, ma investimenti, ripetiamolo) potrebbero liberare risorse per consumi nei decenni a seguire, creando prospettive di crescita per l’economia.

Il report di Ember ci ricorda che accelerare sull’elettrificazione significa ridurre le emissioni, migliorare l’efficienza energetica, aumentare la sovranità energetica e rafforzare la competitività industriale. In sintesi, l’elettrificazione è una scelta strategica, non solo ecologica.

Foto di Pexels

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