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Stati Uniti, a sorpresa i prezzi alla produzione scendono ad aprile

A sorpresa i prezzi alla produzione negli Stati Uniti scendono nel mese di aprile, delineando la tendenza delle imprese a non passare i maggiori costi derivanti dai dazi. Reggono le vendite al dettaglio. Buoni dati macro per Eurozona e Gran Bretagna.

A sorpresa i prezzi alla produzione negli Stati Uniti frenano nel mese di aprile. L’indice PPI registra un -0,5% che è il primo segno meno dall’ottobre del 2023 e il maggior calo dall’aprile del 2020. Le attese erano per un rialzo dello 0,2%. A guidare il calo sono stati i prezzi dei servizi, scesi dello 0,7% rispetto a marzo. La componente core registra un -0,4% contro attese di crescita dello 0,3%. Nessun effetto dazi per il momento – con la tendenza a ridurre i margini piuttosto che passare i maggiori costi – e ulteriori segnali di raffreddamento per l’inflazione statunitense.

Australia, occupazione sale anche ad aprile.

Secondo mese di crescita consecutivo per l’occupazione australiana. Ad aprile sono stati creati 89 mila nuovi posti di lavoro, ben al di sopra delle attese del mercato e massimo dal febbraio del 2024. In crescita sia i lavori a tempo pieno, sia quelli a tempo determinato. Il tasso di partecipazione sale al 67,1%, massimo da gennaio scorso, mentre il tasso di disoccupazione si conferma per il secondo mese consecutivo al 4,1%.

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Gran Bretagna, crescita accelera nel primo trimestre 2025.

Nel primo trimestre del 2025 la Gran Bretagna ha registrato una crescita su base trimestrale del +0,7%, cinque decimi in più rispetto al periodo precedente e un decimo sopra le attese. Si tratta del miglior risultato da inizio 2024, guidato da una decisa crescita del settore servizi. Torna a salire anche la produzione industriale che registra un +1,1%, primo segno più dopo tre trimestri di calo. Numeri positivi anche dai consumi privati (+0,2%) e dalle esportazioni nette. Su base tendenziale la crescita sale al +1,3%, quinta lettura positiva consecutiva. Nel mese di marzo, però, sono da segnalare avvisaglie di rallentamento. Il PIL è cresciuto dello 0,2% su base mensile, tre decimi in meno di febbraio, con la produzione industriale giù dello 0,7% (peggio delle attese) e quella manifatturiera al -0,8%.

Eurozona, crescita primo trimestre 2025 confermata ma rivista al ribasso.

La seconda lettura del PIL primo trimestre 2025 dell’area Euro si conferma positiva ma viene rivista al ribasso rispetto alla prima stima. Il PIL è cresciuto dello 0,3% su base trimestrale, contro il +0,4% della stima precedente, confermando una fase di espansione che dura da 5 trimestri. Su base tendenziale la variazione si conferma al +1,2%.

Eurozona, produzione industriale sale oltre le attese a marzo.

Nel mese di marzo la produzione industriale nell’area Euro è salita del 2,6% su base mensile, meglio delle attese e massimo dal novembre del 2020. A trainare il dato una ripresa dell’output di beni di consumo durevoli, mentre ancora in contrazione il settore energia. Su base annua la variazione sale al +3,6%, secondo mese di crescita consecutivo, meglio delle attese e massimo da settembre del 2022.

Eurozona, occupazione stabile nel primo trimestre 2025.

Dati confortanti anche dal mercato del lavoro per l’Eurozona. Nel primo trimestre dell’anno l’occupazione è salita dello 0,3%, 16° mese di crescita consecutivo, meglio delle attese e massimo da inizio 2024. Ottimo risultato per la Spagna che mette a segno un +0,8% su base trimestrale; buoni risultati anche per Repubblica Ceca, Finlandia e Svezia. Su base annua l’incremento è stato dello 0,8%, stabile rispetto al mese precedente ed in linea con le attese.

Stati Uniti, vendite al dettaglio in aumento ad aprile.

Nel mese di aprile le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono cresciute dello 0,1%, in calo rispetto al mese di marzo (caratterizzato dalla corsa ad anticipare gli effetti dei dazi sui prezzi) e meglio delle attese di una crescita nulla. In crescita soprattutto le spese in ristoranti e bar, mentre la componente control group (quella che entra nel calcolo del PIL) registra una flessione dello 0,2%, in controtendenza rispetto al mese precedente e sotto le attese del mercato.

Stati Uniti, Philly Fed e NY Empire State Index di maggio.

L’indice Philly Fed recupera dal minimo toccato ad aprile e risale a -4 punti, seconda lettura negativa consecutiva ma meglio delle attese del mercato. Netto miglioramento per tutte le componenti, a partire dai nuovi ordini fino all’occupazione. Torna a salire anche la propensione all’investimento, mentre sul fronte dei prezzi si registra un incremento di quelli pagati per le materie prime. Non migliora e resta in zona negativa per il terzo mese consecutivo, invece, il NY Empire State Index. L’indicatore FED si ferma a -9,2 punti, un punto in meno rispetto al mese precedente ma meglio delle attese. Tornano a salire ordini e spedizioni, mentre continuano a contrarsi l’occupazione e le scorte. Altro dato interessante e che spiega l’atteggiamento delle imprese sulla questione dazi e prezzi finali: la componente relativa ai prezzi di input sale ai massimi a due anni, mentre i prezzi di vendita attesi scendono sensibilmente. In altre parole la scelta al momento sembra quella di non passare i maggiori costi sui consumatori.

Stati Uniti, mercato del lavoro stabile.

Il mercato del lavoro statunitense continua a rimanere stabile. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono state 229 mila, in linea con le attese. La media a quattro settimane si mantiene attorno ai 230 mila, mentre i sussidi continuativi crescono ma meno delle attese e rimangono sotto la soglia degli 1,9 milioni.

Stati Uniti, produzione industriale ad aprile.

Produzione industriale piatta nel mese di aprile per gli Stati Uniti, l’output manifatturiero scende dello 0,4% contro attese di una contrazione di due decimi. Su base annua la produzione industriale è salita dell’1,5% (due decimi meglio di marzo), mentre quella manifatturiera è cresciuta dell’1,2%, in miglioramento rispetto al mese precedente (+1%, rivisto al rialzo). La capacità utilizzata rimane sostanzialmente stabile, pochi decimi sotto il 78%

Foto di mar lidia

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