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S&P500, ancora segnali positivi dai conti del terzo trimestre 2025

I conti del terzo trimestre delle società appartenenti allo S&P500 battono le attese e registrano il massimo a tre anni per quel che riguarda la crescita dei ricavi. Allo stesso tempo rallenta la crescita degli utili delle Magnifiche 7. E si parla meno di dazi. Ecco i principali numeri raccontati da FactSet.

Crescita degli utili ancora a doppia cifra e ricavi che salgono con un ritmo che non si vedeva dal 2022. Questi i due dati più significativi dei conti del terzo trimestre pubblicati dalle società appartendenti allo S&P500. Come di consueto, andiamo a spulciare i numeri pubblicati da FactSet per capire qualcosa di più su questa tornata di trimestrali.

Con oltre il 90% delle società dello S&P500 che ha pubblicato i conti del terzo trimestre 2025, il messaggio che arriva dalle trimestrali è ampiamente positivo. Prosegue la crescita degli utili, accelera quella dei ricavi, sale il margine di profitto e nei documenti compare meno frequentemente il riferimento ai dazi.

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Facendo una media tra numeri già pubblicati e aspettative sui conti non ancora diffusi, il tasso di crescita annuo degli utili per il terzo trimestre tocca il 13,1%, quasi il doppio rispetto alle attese ad inizio periodo (settembre) e quarto trimestre consecutivo con una crescita a doppia cifra. In media la crescita degli utili batte di sette punti percentuali le attese degli analisti, in linea con la media di lungo periodo. Degli 11 settori che compongono lo S&P500, 8 stanno riportando utili in crescita, pari all’82% delle società quotate. Tra i settori più positivi spiccano quello tecnologico, i finanziari, le utilities e le materie prime. Sul fronte opposto, invece, numeri in calo per il settore comunicazioni, l’energia e i consumi base.

Su fronte dei ricavi le notizie sono altrettanto positive. Sempre basandoci sui dati di FactSet, il tasso di crescita annuo “acquisito” fino ad ora è pari all’8,3%. Una percentuale che rappresenta il maggior rialzo da tre anni a questa parte, frutto di ottime performance da parte del settore farmaceutico, di quello finanziario e dei consumi discrezionali.

Come detto all’aumento dei ricavi corrisponde anche un miglioramento del margine netto di profitto. Tra dati ufficiali e attesi, il margine netto medio dell’indice S&P500 è pari al 13,1%, una percentuale superiore sia alla media a 5 anni che alla media a 10 anni. Degli 11 settori, 6 hanno riportato un miglioramento di questa metrica, con il settore tecnologico, le utilities e i finanziari a guidare questa particolare classifica.

Altro dato interessante riguarda il peso dei dazi in questa tornata di trimestrali; non tanto nei numeri ma nelle dichiarazioni. Il FactSet Document Search ha rilevato un calo della presenza della parola “dazi” nelle trascrizioni delle conferenze stampa di presentazione dei conti. La fatidica parola “dazi” è stata citata 238 volte, contro le 357 volte registrate nel secondo trimestre 2025; un calo del 33%. Il settore più sensibile rimane quello industriale, seguito dai consumi base.

In un quadro complessivamente positivo, però, non mancano le ombre. Due i dati su cui, in particolare, occorre porre attenzione. Il primo riguarda le cosiddette “Magnifiche 7”. Le società tecnologiche che “comandano” – per così dire – il principale indice azionario statunitense hanno registrato nel terzo trimestre 2025 una crescita annua degli utili pari al 18,4%. Una percentuale superiore alla media dell’indice, ma che rappresenta il peggior risultato dal primo trimestre del 2023.

L’altro dato da monitorare riguarda le aspettative sui prossimi trimestri. Gli analisti continuano a vedere una crescita degli utili da qui a fine 2026, accompagnata da margini netti in salita e da un rallentamento sul fronte dei ricavi. Il P/E a 12 mesi – calcolato a 22,7 – rimane sopra le medie a 5 e 10 anni e cala di un solo decimo rispetto alla stima di inizio periodo (settembre 2025).

Foto di Gino Crescoli

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