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Gran Bretagna, numeri stabili per il mercato del lavoro a luglio 2025

Il mercato del lavoro in Gran Bretagna dovrebbe aver superato il suo momento più cupo, i dati del trimestre chiuso a luglio descrivono una situazione sostanzialmente stabile. Negli Stati Uniti crescono per il terzo mese consecutivo i prezzi delle importazione, mentre reggono i consumi interni.

Nel trimestre chiuso a luglio scorso la disoccupazione in Gran Bretagna si è confermata al 4,7% per il terzo rilevamento consecutivo. Si tratta di un dato in linea con le attese e del massimo da agosto 2021. Due dati, però, segnalano un ulteriore indebolimento del mercato del lavoro inglese: c’è un incremento degli inattivi; la disoccupazione aumenta per tutte le fasce di età e per durata. Sempre nel periodo maggio-luglio, il numero di occupati è salito di 232 unità, in larga parte con contratti a tempo pieno, portando il totale al nuovo record di 34,2 milioni. Sensibile aumento anche per coloro i quali svolgono un doppio lavoro, una percentuale sul totale degli occupati che sfiora il 4% e che indica la necessità crescente da parte delle famiglie inglesi di aumentare le entrate.

Ad agosto 2025 i dipendenti con busta paga nel Regno Unito sono diminuiti di 8mila unità, a 30,3 milioni, dopo il calo rivisto di 6mila di luglio. Si tratta del settimo calo mensile consecutivo. Su base annua l’occupazione retribuita è scesa dello 0,4% (-127mila), con il calo più marcato nel settore alloggio e ristorazione (-90mila).

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Sul fronte dei salari la pressione inflazionistica si mantiene stabile. La paga settimanale inclusi i bonus registra un incremento annuo del 4,7% a luglio 2025; un decimo in più del mese precedente ma in linea con le attese. Al netto dell’inflazione la crescita dei salari si ferma al +0,5%, stabile rispetto al mese precedente.

L’ultimo numero riguarda i sussidi di disoccupazione. Ad agosto le richieste sono tornate a salire: +17.500 richieste, massimo da agosto 2024 ma sotto le attese del mercato.

Germania, a sorpresa torna a salire indice Zew sulla fiducia degli investitori a settembre 2025.

A settembre 2025 l’indice ZEW sul sentiment economico tedesco è salito a 37,3 da 34,7 di agosto, superando le stime di 26,3. Secondo il presidente ZEW Achim Wambach, gli esperti restano cautamente ottimisti: le prospettive si stabilizzano, ma la situazione attuale dell’economia peggiora e persistono rischi legati ai dazi USA e alle riforme interne. L’indicatore delle condizioni attuali scende per il secondo mese consecutivo a -76,4, peggio delle attese (-75). I settori orientati all’export mostrano miglioramenti dopo un forte calo, in particolare automotive, chimico-farmaceutico e metallurgico.

Eurozona, produzione industriale in crescita ad agosto 2025.

Nel mese di agosto la produzione industriale dell’area Euro è salita dello 0,3% su base mensile, un decimo in meno delle attese ma in controtendenza rispetto a luglio. Su base annua si registra il quinto mese consecutivo di crescita, con un +1,8% che batte di un decimo le attese. Numeri negativi per la produzione di energia, mentre rimbalza l’output di beni capitali e di beni di consumo (durevoli e non).

Eurozona, costo del lavoro sostanzialmente stabile nel secondo trimestre 2025.

Nel secondo trimestre dell’anno i salari nell’area Euro sono saliti del 3,7% su base annua, due decimi in più del periodo precedente e in linea con le attese del mercato. Nel complesso il costo del lavoro è salito del 3,6% su base annua, meglio della stima preliminare ma in aumento di tre decimi rispetto al periodo precedente. A livello nazionale si registra un deciso incremento del costo del lavoro in Germania (+3,5% da +2,5%), mentre in Italia si registra un calo di otto decimi rispetto al periodo precedente.

Canada, inflazione sale meno delle attese a settembre 2025.

A settembre l’inflazione in Canada rimane per il quinto mese consecutivo sotto la soglia del 2% e batte le attese fermandosi all’1,9%, due decimi in più rispetto a luglio. Su base mensile si registra il primo segno meno da aprile scorso. Il dato core rimane stabile al 2,6% (un decimo sotto le attese), mentre la trimmed mean scende di un decimo e si ferma al 3% in linea con le attese. Numeri che non dovrebbero far cambiare idea alla banca centrale, pronta a ridurre di 25 punti base i tassi di interesse per contrastare il rallentamento dell’economia, nonostante la persistenza delle incertezze internazionali e di un’inflazione (la trimmed mean) ancora ben al di sopra del target.

Stati Uniti, vendite al dettaglio in crescita ad agosto.

Ad agosto 2025 le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono cresciute dello 0,6% su base mensile, in linea con luglio e oltre le attese di un +0,2%. I maggiori rialzi si sono registrati tra i rivenditori online (+2%), abbigliamento (+1%), articoli sportivi e hobby (+0,8%), ristorazione e bar (+0,7%), stazioni di servizio (+0,5%) e auto (+0,5%). Le vendite “core” (gruppo di controllo, escluse ristorazione, auto, materiali edili e carburanti), rilevanti per il PIL, sono aumentate dello 0,7%, dopo il +0,5% di luglio e sopra le stime (+0,4%), segnalando una domanda interna solida.

Stati Uniti, prezzi delle importazioni salgono per il terzo mese consecutivo.

Ad agosto 2025 i prezzi delle importazioni USA sono saliti dello 0,3% mensile, il rialzo più forte da gennaio, dopo il +0,2% di giugno e contro attese di -0,1%. L’aumento riflette la scelta delle imprese estere di non ridurre i prezzi nonostante i dazi dell’amministrazione Trump (non inclusi nell’indice). I prezzi delle importazioni non energetiche sono cresciuti dello 0,4% dopo la stabilità di luglio, mentre quelli dei carburanti sono calati dello 0,8% dopo il +2,5% del mese precedente. Su base annua i prezzi sono rimasti invariati, segnalando pressioni limitate ma persistenti sui costi.

Stati Uniti, produzione industriale ad agosto 2025.

Ad agosto 2025 la produzione industriale negli Stati Uniti è aumentata dello 0,1%, superando le attese di un calo dello 0,1%, dopo la revisione a -0,4% di luglio. La manifattura, che pesa per circa il 78% del totale, è cresciuta dello 0,2% (contro stime di -0,2%), dopo il -0,1% del mese precedente. L’estrattivo ha segnato un +0,9%, mentre le utility sono calate del 2%: la flessione del 2,3% dell’elettricità ha più che compensato il +0,2% del gas naturale. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva è rimasto stabile al 77,4%, ossia 2,2 punti sotto la media storica (1972–2024).

Foto di Alice

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