A giugno, le spese personali negli Stati Uniti sono aumentate dello 0,3%, un decimo in meno rispetto alle attese, ma in ripresa rispetto alla lettura piatta del mese precedente. Le spese per beni sono cresciute dello 0,5%, mentre quelle per servizi hanno segnato un +0,3%. Nello stesso periodo sono tornati a crescere anche i redditi, con un aumento mensile dello 0,3%, trainato principalmente da trasferimenti statali. Il reddito disponibile al netto dell’inflazione è rimasto stabile rispetto al mese precedente.
L’indice core PCE ha registrato una variazione annua del 2,8%, in linea con il dato del mese precedente e leggermente sopra le attese (+0,1%). Su base mensile, l’incremento è stato dello 0,3%, in linea con le aspettative e superiore di un decimo rispetto al mese precedente. È difficile quantificare l’effetto dei dazi su questi numeri, ma i dati confermano la lettura della Fed di un’inflazione ancora persistente.
Cina, settore privato rallenta a luglio.
Il settore privato cinese ha mostrato segnali di rallentamento nel mese di luglio. L’indice PMI composito elaborato dall’Ufficio nazionale di statistica è sceso a 50,2 punti, il livello più basso da aprile. La manifattura resta in zona contrazione per il quarto mese consecutivo, mentre il settore servizi perde slancio, registrando il ritmo di crescita più debole da otto mesi.
Alle spalle di questi numeri ci sono anche fattori transitori, come eventi meteorologici estremi, ma una parte rilevante del rallentamento è legata al commercio internazionale.
Giappone, banca centrale lascia i tassi invariati.
Come previsto, la Bank of Japan ha mantenuto invariati i tassi di interesse nella riunione di luglio. Il clima di incertezza globale continua a frenare nuove iniziative di politica monetaria. La BoJ ha rivisto al rialzo la previsione sull’inflazione core per il 2025, portandola al 2,7% dal precedente 2,2%. Migliorano anche le prospettive di crescita, favorite dalla stabilizzazione dei rapporti commerciali con gli Stati Uniti.
La domanda interna resta solida: le vendite al dettaglio sono cresciute del 2% su base annua e dell’1% su base mensile, segnando il miglior dato da gennaio. La produzione industriale è aumentata dell’1,7% a giugno, in controtendenza rispetto al mese precedente e alle attese del mercato.
Germania, inflazione stabile a luglio.
Nel mese di luglio, l’inflazione tedesca si è attestata al 2%, un decimo sopra le attese. L’indice armonizzato, invece, è sceso all’1,8% dal precedente 2%, un decimo meglio delle stime. Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,3%, il massimo da aprile.
A sostenere i prezzi sono stati da un lato gli alimentari, mentre la deflazione nel settore energetico sta gradualmente perdendo slancio. Da segnalare anche il calo dell’inflazione nei servizi, la componente più “appiccicosa” dell’indice, che scende al 3,1% dal 3,3% precedente.
Stati Uniti, mercato del lavoro.
A luglio, gli annunci di tagli occupazionali sono tornati a salire: secondo Challenger, Gray & Christmas, sono stati oltre 62.000, il 29% in più rispetto a giugno e il 140% in più rispetto a un anno fa. I tagli non riguardano solo la pubblica amministrazione (effetto DOGE), ma anche il settore sanitario e il non profit. L’intelligenza artificiale è stata citata come causa diretta per oltre 10.000 licenziamenti, mentre i dazi commerciali pesano su circa 6.000 posti di lavoro a rischio. Dall’inizio dell’anno, i tagli annunciati superano 800.000, massimo dal 2020.
Per quanto riguarda il costo del lavoro, nel secondo trimestre è cresciuto dello 0,9% su base trimestrale, in linea con le rilevazioni precedenti. I salari hanno registrato un incremento dell’1%.
Nel frattempo, i sussidi di disoccupazione restano sostanzialmente stabili.