Pubblicato oggi il Survey of Professional Forecasters per il terzo trimestre 2025, un’indagine condotta dalla BCE che raccoglie i pareri di analisti indipendenti, accademici, ricercatori e professionisti del settore bancario e finanziario.
I risultati mostrano nel complesso una situazione macroeconomica resiliente per l’Eurozona, tra inflazione in calo e crescita moderata. Ma vediamo nel dettaglio i punti più interessanti.
Dopo la fiammata post-pandemia e le tensioni internazionali che hanno fatto impennare i prezzi, la parola d’ordine ora sembra essere “normalizzazione”. Secondo il sondaggio, l’inflazione nel 2025 sarà del 2% netto, in discesa rispetto al 2,2% previsto solo pochi mesi fa.
Nel 2026 l’inflazione dovrebbe addirittura scendere all’1,8%, per poi risalire nel 2027 al 2%. Qui la differenza rispetto al sondaggio del mese scorso è di due decimi in meno. Secondo gli esperti intervistati, infatti, la questione dazi dovrebbe avere un modesto impatto disinflazionistico nel breve termine e risultare “neutrale” nel lungo periodo. Questo spiega, inoltre, la conferma della previsione di medio termine al 2%, in linea con l’obiettivo della banca centrale.
Per quel che riguarda la crescita c’è un cauto ottimismo. Per il 2025, gli economisti interpellati prevedono un PIL in aumento dell’1,1%, leggermente meglio rispetto alle previsioni precedenti. Non un boom, certamente, ma un segnale positivo, soprattutto considerando il contesto di tensioni geopolitiche e incertezza commerciale. Si tratta, anche in questo caso, di un sentimento in sintonia con la BCE, come si è potuto capire ieri dalle parole della governatrice Lagarde.
Per il 2026 e il 2027, però, le attese restano modeste: si parla dell’1,1% e 1,4% rispettivamente. Un passo alla volta, insomma. Il motore dell’economia europea si sta rimettendo in moto, ma ancora non corre.
Sul fronte del lavoro, le notizie sono tutto sommato rassicuranti. Il tasso di disoccupazione è previsto intorno al 6,3% nel 2025 e 2026, con una piccola discesa al 6,2% nel 2027. Nessun cambio di paradigma, ma nemmeno segnali di deterioramento.
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