Nel trimestre chiuso ad aprile la disoccupazione inglese è salita al 4,6%, in linea con le attese e sui massimi da agosto del 2021. Il numero di occupati nel periodo è salito di 89 mila unità, il dato più basso da inizio anno. Numeri che l’istituto di statistica britannico spiega come effetto dell’aumento delle tasse sul lavoro e del salario minimo. A proposito di salari, la crescita della paga settimanale inclusi bonus rallenta anche nel trimestre febbraio-aprile. La variazione annua scende al 5,3%, tre decimi in meno del periodo precedente. Una leggera accelerazione – un decimo – la si registra per quel che riguarda i salari della pubblica amministrazione. Al netto dell’inflazione la paga settimanale cresce dell’1,5%, minimo da luglio dell’anno scorso. Ultima nota riguarda i sussidi di disoccupazione: a giugno sono saliti di 33 mila unità, primo rialzo da febbraio e massimo da luglio del 2024. In definitiva si tratta di dati che potrebbero spingere la banca centrale ad agire per sostenere l’economia, tagliando i tassi di interesse, forte anche del fatto che la spinta inflazionistica dei salari rimane bassa.
Australia, fiducia settore privato migliora a giugno.
Nel mese di giugno migliora l’umore del settore privato australiano. La fiducia dei consumatori sale dello 0,2% su base mensile, con le scelte della banca centrale e la frenata dell’inflazione a fare da contraltare alle tensioni internazionali. Cresce di oltre sette punti percentuali la propensione all’acquisto, ma allo stesso tempo sale anche la preoccupazione per il mercato del lavoro. La fiducia delle imprese, invece, torna in zona positiva per la prima volta da gennaio e tocca il massimo a quattro mesi. Un recupero che non coinvolge settori importanti, come la manifattura, l’estrattivo e le vendita all’ingrosso.
Stati Uniti, piccole imprese tornano fiduciose a giugno.
A giugno il NFIB Small Business Optimism Index migliora oltre le attese e tocca il massimo a tre mesi. L’indice sulla fiducia delle piccole imprese sembra riprendersi dallo shock di aprile sui dazi, anche se l’incertezza rimane ancora elevata. Un dato interessante è che il 18% degli intervistati mette le tasse al primo posto tra le principali preoccupazioni, non accadeva dal 2020. L’inflazione resta un cruccio per il 14% del campione.
Brasile, prima frenata dell’anno per l’inflazione.
A giugno l’inflazione brasiliana rallenta e si ferma al 5,32% su base annua. Si tratta del primo rallentamento del 2025. Su base mensile la variazione è stata dello 0,26%, minimo da gennaio scorso.
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