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Cina, la deflazione continua anche a settembre 2025

Anche a settembre 2025 la Cina registra una deflazione sui prezzi al consumo. Pesano i cali nel settore alimentare, mentre la componente core tocca il massimo a 19 mesi. Nell’area Euro la produzione industriale ritorna a scendere.

Secondo mese consecutivo di deflazione per la Cina. A settembre 2025 l’indice dei prezzi al consumo ha registrato una flessione su base annua dello 0,3%, un decimo in meno rispetto ad agosto ma due in più rispetto alle attese del mercato. La componente alimentare è la responsabile principale del risultato di settembre e registra la maggior contrazione dal gennaio del 2024 (-4,4%). L’inflazione non alimentare, invece, cresce di due decimi rispetto ad agosto e sale al +0,7%. L’inflazione core tocca il +1% su base annua, non accadeva da oltre un anno e mezzo. Su base mensile la variazione è del +0,1%, un decimo meno delle attese. Per i prossimi mesi le pressioni inflazionistiche sembrano destinate a rimanere contenute. L’indice dei prezzi alla produzione, infatti, ha registrato a settembre un calo del 2,3% su base annua, sei decimi in meno rispetto alla flessione registrata in agosto ed in linea con le attese del mercato. La striscia deflazionistica dei prezzi alla produzione tocca oramai i tre anni.

Cina, prestiti in crescita a settembre. Ma meno delle attese.

In settembre 2025 i nuovi prestiti in yuan in Cina sono saliti a 1,29 trilioni di Yuan, più del doppio rispetto ad agosto (590 miliardi) grazie a fattori stagionali, ma sotto le attese e ai livelli del 2024. I prestiti alle famiglie hanno raggiunto 389 miliardi, quelli alle imprese 1,22 trilioni. La finanza sociale totale è aumentata a 3,53 trilioni di Yuan, superando le previsioni ma restando inferiore all’anno precedente. Il rallentamento dell’emissione di obbligazioni governative e la debole domanda di credito hanno pesato sui risultati. La crescita dei prestiti è scesa al 6,6%, contro il 6,8% di agosto.

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Eurozona, produzione industriale in calo ad agosto 2025.

Ad agosto la produzione industriale dell’area Euro registra una frenata inferiore alle attese del mercato. L’output è calato dell’1,2% su base mensile, quattro decimi meglio delle attese ma peggior dato da aprile scorso. A calare di più è stata la produzione di beni capitali, mentre quella dei beni di consumo rimane sostanzialmente stabile. Agosto ha fatto registrare una contrazione dell’output in tutte e quattro le grandi economie dell’area. Su base annua la variazione rimane positiva ma scende al +1,1%, nove decimi in meno rispetto a luglio.

Stati Uniti, indice Empire State sale a ottobre.

Nel mese di ottobre l’indice dell’attività economica nell’area di New York torna in territorio positivo. L’indicatore Fed sale a quota 10,7 punti, meglio delle attese e sostanzialmente in linea con la lettura di luglio scorso. Tornano a crescere ordini e spedizioni, le scorte restano stabili e sale la componente occupazione. Sul fronte prezzi si registra un rialzo sia per quel che riguarda i prezzi di produzione, sia per quelli di vendita. Infine, la fiducia degli operatori migliora, con quasi la metà degli intervistati che si aspetta un miglioramento degli affari nei prossimi mesi.

Foto di moerschy

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