Italia
Secondo i dati ISTAT pubblicati di recente, a settembre il morale delle imprese italiane è rimasto sostanzialmente invariato rispetto ad agosto, con l’indice composito che passa da 93,6 a 93,7. Tuttavia è interessante notare che la fiducia dei consumatori è salita (da 96,2 a 96,8), superando le attese degli analisti, a testimonianza che nelle famiglie c’è qualche stimolo alla spesa nonostante le difficoltà macroeconomiche.
Secondo l’agenzia Reuters, che cita fonti vicine al governo, le stime ufficiali per il 2025 si assesteranno su una crescita dello 0,5%, con un aumento atteso per il 2026 pari allo 0,7%. Questi valori sono un poco più cauti rispetto a quelli che erano circolati (0,6% e 0,8%). Allo stesso tempo, l’esecutivo intende puntare a una riduzione del deficit entro la soglia del 3% del PIL già entro fine anno.
In ambito tech e digitale, una notizia da segnalare riguarda il “Piano Italia a 1 Giga” (l’obiettivo di copertura ultra-larga): è emerso che il completamento dei cantieri è in ritardo e che è al vaglio un inserimento del satellite per coprire le zone più difficili. Si parla però di uno slittamento della copertura massima fino al 2030.
Europa
A livello europeo, la settimana è trascorsa in attesa: gli investitori guardano con attenzione alle mosse delle banche centrali e alle indicazioni di scenario macro. I fondi globali azionari, dopo settimane di deflussi, hanno registrato una robusta ripresa, con 28,36 miliardi di dollari di afflussi netti nell’ultima settimana. Questo rimbalzo è stato alimentato da un rinnovato ottimismo sull’intelligenza artificiale (in particolare legato a investimenti annunciati da aziende come Nvidia) e dalle aspettative di un taglio dei tassi della Fed.
Dopo settimane deboli, i mercati azionari europei hanno cercato una ripresa: l’indice STOXX 600 è risalito del 0,3 % in una seduta positiva, grazie al sostegno del settore finanziario e industriale. Le compagnie assicurative, le costruzioni e l’acciaio hanno guidato il rialzo. Tra le dinamiche in campo, la Commissione Europea sta valutando l’introduzione di dazi tra il 25 % e il 50 % sulle importazioni di acciaio cinese—una misura che ha dato fiato ai titoli del settore.
Stati Uniti
Negli Stati Uniti, l’attenzione è tutta rivolta all’evoluzione dell’inflazione e al possibile percorso dei tassi. Il dato sul PCE (indice preferito dalla Fed) per agosto ha confermato una crescita stabile dei prezzi, rafforzando l’idea che la banca centrale mantenga un approccio prudente. I nuovi dazi annunciati da Trump (100 % sui farmaci di marca, 25 % sui camion pesanti) complicano ulteriormente le proiezioni: rischiano di alimentare pressioni inflazionistiche e spingere la Fed a moderare il ritmo dei tagli.
Un’altra notizia degna di nota: alcuni legislatori americani propongono la revisione delle regole economiche globali (organismi di commercio, tariffe, governance multilateralistica) per adattarle meglio al ruolo crescente di paesi come Cina, India e Brasile nel gioco economico internazionale. Questo movimento riflette la consapevolezza che l’ordine economico mondiale post-bellico stia entrando in una fase di stress e incertezza.
Nel frattempo il pericolo di una chiusura parziale del governo (shutdown) sta diventando più concreto. Se non si troverà un accordo in tempo, alcune agenzie federali verrebbero ridotte al minimo e la pubblicazione di dati economici chiave potrebbe essere ritardata o cancellata. In un memorandum interno, la Casa Bianca ha chiesto alle agenzie di predisporre piani per tagli del personale nel caso il budget non venga prorogato.
Resto del mondo
Globalmente, il panorama economico è influenzato da due grandi forze: il recupero nei flussi finanziari (azioni, obbligazioni) e le politiche di stimolo che stanno emergendo nei paesi con margini. I fondi obbligazionari, in particolare, hanno attirato 22,96 miliardi di dollari netti nella settimana appena conclusa, il livello più alto da tempo, segno che gli investitori cercano rifugi in asset a rendimento relativamente stabile. I fondi sulle materie prime, e in particolare sull’oro, hanno beneficiato anch’essi del clima incerto, con afflussi notevoli.
In Asia, la risposta della Cina — che combinerà misure monetarie e fiscali — è molto seguita: il governo intende sostenere la crescita in un contesto esterno più debole. In questo scenario, molti paesi emergenti potrebbero trarre benefici da capitali in cerca di rendimenti e diversificazione, anche se restano esposti a shock monetari o valutari.
Infine, l’OECD ha pubblicato le sue nuove stime e scenari: nonostante il rafforzamento di alcune congiunture economiche, l’Organizzazione avverte che l’effetto completo delle tariffe statunitensi non si è ancora manifestato del tutto. È previsto che l’aumento dei dazi avrà un impatto più marcato su commercio, investimenti e catene globali nei prossimi trimestri.
Cosa guardare la prossima settimana
- Negli Stati Uniti: il rilascio dei dati Non-Farm Payrolls, il tasso di disoccupazione e l’evoluzione dei salari saranno cruciale per capire se la Fed può continuare con politiche accomodanti. Attualmente, il mercato sconta l’aggiunta di circa 39.000 nuovi posti, con un tasso di disoccupazione previsto al 4,3 %.
- In Europa e in Italia: attesa per i dati preliminari su inflazione, vendite al dettaglio, e nuove letture di fiducia di imprese e consumatori per verificare stabilità del recupero.
- In Asia: monitorare le mosse delle banche centrali, in particolare la Cina, e i report su export e domanda interna.