L’economia statunitense torna a crescere nel secondo trimestre del 2025, registrando un risultato nettamente superiore alle attese. Su base annualizzata, il PIL degli Stati Uniti sale del 3%, sei decimi in più rispetto alle previsioni, segnando il miglior dato dal novembre scorso.
L’effetto dei dazi si riflette anche nei dati del secondo trimestre: il netto calo delle importazioni contribuisce ad aumentare il peso positivo delle esportazioni nette. Si osserva inoltre un’accelerazione nei consumi privati, in crescita dell’1,4% su base annualizzata, mentre rallentano gli investimenti.
Sul fronte dei prezzi, il core PCE segna un +2,5%, dato leggermente superiore alle attese ma in marcata frenata rispetto al trimestre precedente. Nel complesso, si tratta di numeri che evidenziano la resilienza dei consumi interni e un ulteriore rallentamento dell’inflazione. Tuttavia, tutto ciò potrebbe non essere sufficiente a spingere la FED ad anticipare un taglio dei tassi.
Australia, inflazione rallenta nel secondo trimestre 2025.
Nel secondo trimestre del 2025, l’inflazione in Australia è scesa al 2,1% su base annua (+0,7% su base trimestrale), un decimo sotto le attese e ai minimi dall’inizio del 2021. L’inflazione nei servizi è scesa ai livelli più bassi degli ultimi tre anni, e si osservano rallentamenti nella crescita dei prezzi sia per i beni alimentari sia per quelli non alimentari.
L’inflazione trimmed mean cala al 2,7%, due decimi in meno rispetto alla rilevazione precedente e ai minimi da fine 2021. Sono segnali positivi che potrebbero indurre la banca centrale a valutare un’ulteriore riduzione dei tassi di interesse
Eurozona, crescita confermata anche nel secondo trimestre.
Nel secondo trimestre del 2025, l’Eurozona ha registrato una crescita dello 0,1% su base congiunturale, dato superiore alle attese e che segna il sesto trimestre consecutivo di espansione economica.
Esaurito l’effetto di front-loading legato ai dazi statunitensi, la crescita rallenta ai minimi da fine 2023, ma continua a mostrare una certa tenuta. I dati migliori provengono da Spagna e Francia: se per la Spagna era già atteso un buon risultato, sorprende la Francia con un +0,3% trimestrale, sostenuto anche dai consumi. Germania e Italia, invece, tornano in territorio negativo.
Eurozona, sentiment settore privato migliora a luglio.
A luglio, l’Economic Sentiment Index dell’area euro sale a 95,8 punti, massimo degli ultimi cinque mesi e oltre un punto sopra le attese. Il miglioramento riguarda in particolare l’industria, il commercio al dettaglio e i servizi.
La fiducia dei consumatori resta pressoché stabile, mentre cala quella del settore delle costruzioni. Da segnalare un’accelerazione della componente del sondaggio relativa ai prezzi di vendita nel settore manifatturiero, segnale di attese per un futuro aumento. A livello nazionale, si evidenziano forti miglioramenti per Francia, Germania e Spagna.
Germania, vendite al dettaglio in crescita a giugno.
Dopo due mesi di calo, a giugno le vendite al dettaglio in Germania tornano a crescere: +1% su base mensile, meglio delle attese e miglior risultato da settembre 2024.
In aumento sia le vendite di beni alimentari sia quelle di beni non alimentari. Su base annua, la variazione sale al +4,9%, massimo da febbraio 2022.
Stati Uniti, report ADP nel mese si luglio.
Nel mese di luglio, le buste paga private elaborate da ADP tornano a salire, battendo le attese del mercato. I posti di lavoro aumentano di 104 mila unità, massimo da marzo scorso e in controtendenza rispetto al mese precedente.
La crescita della paga oraria resta robusta, anche se tende a stabilizzarsi: +4,4% per chi mantiene il posto di lavoro e +7% per chi cambia impiego.
Canada, banca centrale lascia i tassi invariati.
La banca centrale canadese ha deciso di mantenere i tassi d’interesse fermi nella riunione di luglio, lasciando il riferimento al 2,75%, in linea con le attese.
L’incertezza legata alle tariffe, ancora irrisolta per quanto riguarda il Canada, spinge l’istituto a mantenere un atteggiamento prudente. Nel frattempo, la banca centrale osserva una certa resilienza dell’economia, sebbene il calo delle esportazioni stia già pesando sui risultati del secondo trimestre.
Foto di mar lidia