Per i mercati finanziari la scorsa settimana è stata senza dubbio materiale per cuori forti. Se da un lato la “partita a carte” sui dazi di Donald Trump è continuata con risultati piuttosto deludenti, dall’altro lato è stata la cara e vecchia Europa, prima volta da non si sa quanto, a lanciare un segnale forte agli investitori. Le reazioni dei mercati a questi due eventi ci suggeriscono un paio di riflessioni da condividere.
La strategia sui dazi di Trump, inizia a stancare i mercati finanziari
Partiamo ancora una volta dalla questione dazi. In precedenza abbiamo detto di come la strategia di politica internazionale dell’amministrazione Trump leghi a doppio filo il proprio successo al raggiungimento in tempi brevi di un accordo con le controparti. E un rapido accordo può essere raggiunto solo se i paesi destinatari della politica di dumping si mostrano deboli o sono costretti a cedere per manifesti limiti macroeconomici. Le reazioni piuttosto ferme di Canada e Cina rappresentano esattamente quello che Trump non vorrebbe, perchè allunga il brodo e fa perdere efficacia alla sua strategia da pokerista.
I mercati finanziari, dal canto loro, stanno fiutando il rischio che la strada intrapresa dalla Casa Bianca sia piuttosto fangosa. Fuor di metafora, gli investitori temono che una guerra commerciale prolungata, una guerra di trincea verrebbe da dire, possa portare l’economia statunitense verso una fase di debolezza. E che la cosa non piaccia lo si è visto dalla reazione, molto modesta questa volta, all’annuncio di una nuova sospensione dei dazi verso il Messico.
L’Europa alla ricerca di autostima e la Germania che mette mano al portafoglio.
L’altro grande elemento lasciatoci in eredità dalla scorsa settimana, è il ritrovato interesse degli investitori verso l’Europa. Diciamolo subito, quello che è successo nello Studio Ovale il 28 febbraio scorso non è stato soltanto un momento fondamentale nel definire il destino della guerra in Ucraina, ma ha anche rappresentato una sonora sveglia per le cancellerie europee. Nel giro di pochi giorni la Gran Bretagna ha riscoperto il suo ruolo nel vecchio continente, e la Germania ha annunciato la storica intenzione di abbandonare la sua posizione intransigente sui conti e di mettere sul piatto qualcosa come 500 miliardi di euro di investimenti a debito.
I mercati finanziari, che già da qualche mese guardavano all’Europa con occhio più benevolo, hanno mostrato di apprezzare lo sforzo. Il Dax guadagna da inizio anno quasi il 20%, il settore difesa ha registrato una performance da oltre 60 punti percentuali e l’Euro sembra aver allontanato in fretta il rischio di una parità con il dollaro. Un’apertura di fiducia nei confronti del vecchio continente tutt’altro che scontata e che non va sprecata.
Foto di Gerd Altmann